Quello che è stato per molto tempo il genere più difficile (o, per qualcuno, “sfigato”, usando un’
ardita metafora) del già di per sé piuttosto tortuoso universo del rock italico, sembra aver acquisito negli ultimi tempi una certa credibilità e statura internazionale, in grado di indurre investimenti e supporti discografici di livello.
Sto parlando dell’hard melodico e dell’AOR, e se band come Edge Of Forever, Shining Line, Myland, Los Angeles, Wheels Of Fire, ecc. possono oggi concorrere con i loro colleghi internazionali, sbloccando una situazione che nemmeno i monumentali Elektradrive erano stati capaci di risolvere concretamente, il sottoscritto non può che essere enormemente felice, proprio come qualunque appassionato cultore di tali sonorità ormai disilluso da troppi casi d’iniquità musicale (e non solo, ma questa è un’altra storia …) dovuti a futili questioni geografiche.
Al plotone degli AOR-
sters fieramente italiani e “nonostante” ciò degni di competere per le vette del melodic rock planetario, bisognerà aggiungere questi
Perfect View, patrocinati dalla teutonica Avenue Of Allies, realtà “emergente” nel campo delle labels specializzate di settore.
L’hard elegante e adrenalinico del gruppo trae ispirazione sia da Toto, Journey e Work Of Art e sia da Winger, Deep Purple e Van Halen, non disdegnando nemmeno piccole puntate nell’hard-prog-pomp dei Saga, confezionando un prodotto di buona qualità, frutto di un’espressione compositiva dagli effetti un po’ altalenanti e tuttavia meritevole di una promozione priva di patemi.
Ritrovare Massimiliano Ordine e Francesco Cataldo, già apprezzati negli ottimi (e sottovalutati) Xteria è la prima delle forme di
fideiussione che rendono l’ascolto di “Hold your dreams” ancora più favorevole e invitante e se la loro prova appare, come previsto, assai preziosa ed efficace (con Ordine intento ad offrire la “sua” versione di un gradevole incrocio timbrico-interpretativo
Mills-Moratti-Perry, completato da granuli di marca Graham Bonnet, pur senza riuscire, fatalmente direi, ad incarnare del tutto l’
apogeo della fonazione modulata evocata dalla figura di tale “mostro”!), non da meno si presentano, nei rispettivi ruoli, Pier Mazzini, Cristian Guerzoni e Luca Ferraresi, completando il profilo di una band abile e coesa sotto il profilo tecnico e ispirata dal punto di vista della sensibilità artistica.
Probabilmente, come anticipato, in futuro sarà invece necessario concentrasi meglio sull’aspetto creativo del progetto, da ammirare per l’eterogeneità dei temi proposti, ma anche a volte non così brillante da imporsi in maniera inequivocabile.
Eccellenti nelle progressioni adulte di “A better place” e nella Journey-
esque “Closer”, intriganti nelle divagazioni
AOR-prog-techno-metalliche di “One more time”, sentimentalmente travolgenti in “A reason to fight” e semplicemente irresistibili nella splendida title-track, i Perfect View altrove manifestano un pizzico di
apatia compositiva, non particolarmente accentuata (sono momenti più che discreti, ad esempio, l’omaggio ai Toto intitolato “Believe”, la Van-Halen
meets MSG "I need your love” o ancora l’hard-prog “Showtime”), ma a mio modo di vedere tale da poter essere considerata il vero elemento boicottante una piena affermazione.
Anche la produzione, perfettibile, non fornisce un vantaggioso
surplus di cristallinità sonora alle composizioni di un disco assolutamente godibile e meritevole di attenzione, opera prima di un gruppo già capace di contribuire fattivamente alla riscossa dell’hard melodico tricolore e attrezzato per conquistare pure lo stato maggiore dell’agguerrita coalizione.