Non mi capacito di come una label seria e solitamente sinonimo di qualità come la
Napalm possa prendersi la briga di ristampare un disco come questo, uscito ad inizio anno per la
Death to Music, cosa che quindi mi fa anche pensare che sia andato piuttosto bene dato che c'è la volontà di lucrarci sopra.
Questo terzetto chiamato
Jaldaboath proveniente dal Regno Unito si descrive come "
Hammering Heraldic Metal", Crusader-core" e "Tumultuous Teutonic Templar Thrash" e ci propone più semplicemente un folk power heavy metal classico con venature vagamente estreme a dir poco risibile, con delle melodie improponibili, una produzione ed un arrangiamento poverissimo: bastano i primi secondi della iniziale "
Hark the Herald" per rimanere basiti di fronte a tutto, i suoni, la voce, le melodie, i cori, ogni cosa sembra fatta per ridere, e sicuramente l'intento della band è questo, il problema è che si ride per non piangere e soprattutto che questo disco non viene regalato ma costa bei soldini.
La seguente "
Calling On All Heraldic Beasts" se possibile riesce nell'intento di essere peggiore ma ogni brano è incredibilmente peggiore del precedente, anche quelli in cui al cantato simile a dei pirati ubriachi si sostituisce uno pseudo-growl, anch'esso inascoltabile.
O alla Napalm si sono bevuti il cervello, o il metallaro medio sta peggio di quanto pensassi dato che sta roba vende. In entrambi i casi c'è veramente da piangere, altro che.
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