Non è una bestemmia considerare i Prong uno trai gruppi più sperimentali delle passate decadi. Al pari dei Voivod e dei Killing Joke prima, il gruppo capeggiato dal cantante/chitarrista Tommy Victor ha contribuito ad allargare i confini del metal creando una personale sintesi tra il thrash più moderno e sperimentale e soluzioni industriali, senza forse raccogliere sino in fondo i frutti di un coraggio musicale mai tradito nel corso di una carriera decennale. Dopo una silenzio durato ben sei anni dall’ultimo lavoro “Rude Awakening”, la band torna sulle scene con una formazione rinnovata ed un “live/best of” contenente registrazioni effettuate durante alcune date di un breve tour americano. La scaletta del disco parla da sé raccontando la storia della band dagli esordi, la velocissima “Primitive Origins” del 1997, sino agli ultimi lavori da cui per altro sono state estratte il maggior numero di canzoni. Per quanto questo lavoro non aggiunga nulla di più ad una storia già scritta, le esecuzioni di “Broken Peace”, “Snap Your Finger, Snap Your Neck”, “Prove You Wrong”, mantengono intatte nel tempo la loro forza ed impatto offrendo, se ce ne fosse stato bisogno, conferma al fatto che la band ha saputo creare classici del metal che non rischiano l’usura del tempo. Sul fatto che ne saranno ancora capaci è presto per dirlo, anche se l’unico inedito contenuto nell’album “Initiation”, lascia intravedere una via più morbida e votata alla melodia. Non resta che aspettare il prossimo lavoro in studio per sapere se questo comeback si tradurrà in una delusione o in una rinascita, ma se avessi qualche euro da scommettere punterei sulla seconda ipotesi, non fosse altro perché non credo Victor capace di rimettersi in gioco per nulla. Staremo a vedere.
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