Ultimamente la nostrana
Punishment 18 si sta spostando dal Thrash Metal che usualmente produce ad un Death Metal dalle tinte spesso brutali e sanguinarie. A sposare questa tesi non è una serie di ipotesi campate per aria ma la cruda realtà di band come gli Stillness Blade e soprattutto di questi
Warmfood, un terzetto che deve essere cresciuto a pane e Metal estremo.
Timor Mortis è il secondo capitolo di una carriera (per ora ancora breve) devota al più puro del Brutal/Death Metal. Leggendo i titoli di alcune canzoni come Living Dead Superstition, Underwater Zombie e Among The Living Dead si capisce che gli zombie e un certo ambiente culturale prossimo allo splatter è materia decisamente loro. La musica non è da meno e si esprime attraverso uno stile putrido e opprimente, molto pesante e profondo, grazie soprattutto alle chitarre ribassate in sede ritmica e a delle vocals molto gutturali. Gli Warmfood però sono pure degli ottimi musicisti e al di la della velocità sanno impreziosire la loro proposta di tempi medi che spezzano un po' il tanfo di morte che li circonda, come del resto è il caso di segnalare l'ottima prestazione solista del chitarrista, peccato ce ne siano pochi di assoli perchè non sono mai banali o fini a se stessi. Non credo sia il caso di elencare la sfilza di band a cui possono assomigliare gli Warmfood, vi basti sapere che nel loro genere sanno cavarsela bene e con credibilità. A quanto pare in Italia si sta costituendo un insieme di band dedite al Death Metal di buon valore.
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