Dalla Svezia, ecco un altro ottimo prodotto death metal, i
Facebreaker.
Attivi dal 1999, gli scandinavi sono al loro terzo full lenght album, Infected, uscito per la
Cyclone Empire Records.
La band propone un death metal purissimo, senza troppi fronzoli o contaminazioni che possano dare un piglio più sperimentale al sound. Il marchio made in sweden è evidente e tra le sonorità che facilmente possono essere accostate alla band possiamo citare, tra gli altri, gruppi come
Grave,
Massacre,
Vomitory e
Torture Division, che con i Facebreaker hanno in comune sia la provenienza geografica che l'approccio musicale.
L'album si presenta con un artwork molto crudo, in cui un volto in stato avanzato di decomposizione viene divorato da vermi, allusione all'infezione da cui trae il nome il full.
E come un'infezione che si rispetti, i Facebreaker lentamente si
insinuano nelle viscere e
penetrano fin negli interstizi con la loro musica.
Con il pezzo di apertura, "
Creeping Flesh", incominci ad apprezzarli, per il loro death metal scarno e diretto; dopo aver terminato l'ascolto di tutto l'album, nei sei completamente innamorato.
Ottime le soluzioni di batteria, il classico tupa tupa ignorante che personalmente adoro. Ottima anche la voce sporca e cavernosa del vocalist
Robert Karlsson che, ricordiamo, è già cantante negli
Scar Symmetry e nei
Tormented e che ha fatto parte degli
Edge Of Sanity.
I pezzi trasudano rabbia, le chitarre si inseriscono prepotentemente ed il filo conduttore è tenuto sempre in tensione per tutti i 35 minuti in cui si moltiplica l'infezione.
Devastanti dal primo all'ultimo minuto, i
Facebreaker si confermano una realtà incredibilmente interessate ed è un peccato che almeno sul fronte italiano siano poco conosciuti.
Consigliati soprattutto ai cinici del genere: ne verrete contagiati.
Perchè, chi l'ha detto che per ascoltare dell'ottimo death metal si debba necessariamente fare un tuffo nel passato?
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