Unearthly Trance - Season of seance, science of silence

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:46 min.
Etichetta:The Music Cartel
Distribuzione:Brainstorm

Tracklist

  1. RAISED BY THE WOLVES
  2. MASS OF THE PHOENIX
  3. WHEN ANTI-HUMANITY FOURISHES
  4. WANDERING WINTER WINDS
  5. BLACK HEART / BLACK LUNG
  6. THE AFTERMATH WAS MORBID

Line up

  • Rion Lipynsky: guitar, vocals
  • Jay Newman: bass
  • Darren Verni: drums

Voto medio utenti

Agghiaccianti antri oscuri. Caverne come fauci aperte sul Regno dell’Abisso. Buio e dolore. Disperazione e morte. Un doom estremo quello proposto dagli Unearthly Trance, malato trio di Long Island, NY, già noti agli appassionati per un raro sette pollici su Southern Lord andato esaurito in sei mesi, e per un recente micidiale tour Statunitense in compagnia degli sconvolti Electric Wizard.
Il primo full-lenght conferma le voci sul loro conto, fetidi miasmi di decomposizione fuoriescono da sei estenuanti tracce nel segno della musica più marcia e sfibrante. Lentezza a tratti esasperante, rantoli maligni che evocano orrori innominabili, distorsioni e schianti sonici che annientano la coscienza dello scorrere del tempo. Musica greve e funesta, che appare monotona al profano ma che al contrario offre sottili differenze tra i brani, visto che la band riesce a delinearli con monolitica chiarezza.
I riffs si schiudono con gelida variabilità, il singer Lipynsky si ingegna di apparire versatile alternando un catarroso latrare a momenti di litania occulta, l’atmosfera da incubo pare contaminata dall’estremismo black metal e dove questo stile raggiunge i suoi apici con lo schizofrenismo sonoro, il trio Statunitense così come analoghi massacratori tipo Grief, Burning Witch, Khanate, Mass, ecc, replica con passo lugubre e macilento per identici risultati di eccessi accettabili solo dalla nicchia degli appassionati. Consapevole fierezza di risultare indigesti.
Alcuni strappi violenti spezzano improvvisamente la cappa claustrofobica del wall of sound ipnotizzante evitando il crollo mentale dell’ascoltatore, su tutti segnalo quelli di “Mass of the phoenix” il cui testo viene accreditato nientemeno che ad Aleister Crowley, ma arrivare al fondo resta impresa per gli eletti che pasteggiano con disinvoltura a base di Boris, Theeth of Lion..,ecc., per gli altri sarà una fatica insormontabile.
Prodotto da Stephen O’Malley (Burning Witch, Khanate, Sunn 0))) che ha catturato in pieno l’essenza evocativa e rituale degli Unearthly Trance, questo lavoro si posiziona ai vertici del settore per quanto riguarda l’anno in corso. Se vi piace il genere è assolutamente da avere.

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