Dopo l'uscita del più che buono "Passiondale", i
God Dethroned non se ne sono stati con le mani in mano ed ecco quindi che ad un anno di distanza mi trovo a dover scrivere del nuovo album, questo
"Under The Sing Of The Iron Cross". Come per l'album precedente, gli olandesi ci propongono un concept relativo al primo conflitto mondiale, un background che bene si adatta al death metal quadrato e potente che i God Dethroned ci propongono in questa sede: dopo la militaresca intro di "Declaration Of War", la seguente "Storm Of Steel" da il via alle ostilità, con un brano death metal ficcante e dai toni battaglieri con una sezione ritmica che non lascia scampo. La rappresaglia continua con le convincenti "Fire Storm" e "The Killing Is Faceless" fino a giungere alla fiera titletrack, e a questo punto appare chiaro che le inflessioni melodiche che abbiamo potuto apprezzare su "Passiondale" non trovino largo spazio in questo nuovo disco, più improntato verso un suono più carico e marziale che ben si adatta al concept sullo sfondo di "Under The Sing Of The Iron Cross". "Through Byzantine Hemispheres" promette di far cadere molte teste a suon di headbanging mentre l'ennesimo colpo di artiglieria pesante viene sferrato dalla feroce "The Red Baron", prima che l'armistizio venga siglato dall'epica e marziale "On Fields Of Death & Desolation", atto conclusivo di un album assai convincente.
Gli olandesi God Dethroned fanno quindi nuovamente centro, con un album che non potrà deludere i fan del death metal vecchio stampo, reso ancor più affascinante da un'ambientazione storica in perfetta sintonia con la proposta musicale della band. Dopo il ritorno degli Hail Of Bullets, un'altra prova che il death metal non è morto.
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