Secondo disco per gli svizzeri
Appearance Of Nothing, che propongono un progressive metal spesso carico di elementi epic/power. Dopo il debutto del 2008,
All Gods Are Gone potrebbe rappresentare il definitivo trampolino di lancio per la band elvetica.
Inizio di alto livello con
Sweet Enemy, che alterna nei 9 minuti di durata momenti tranquilli e ben curati a parti moderatamente violente, sempre condotte con maestria. La successiva
The Call Of Eve ricorda i Vanden Plas più ispirati e sperimentatori, spingendosi però nella parte centrale anche in territori sconosciuti alla band austriaca e molto più carichi di progressioni alla Dream Theater.
The Rise And Fall Of Nothing è una cavalcata strumentale e ampiamente variegata, seguita dalla lunga e possente
I Said Silence, impreziosita da venature power ed epiche. La lunga
Destination rappresenta probabilmente l’episodio meno convincente dell’album, che si riprende con la successiva
2nd God e la conclusiva
The Mirror’s Eyes, in cui l’ascoltatore ritroverà nuovamente tutte le caratteristiche già espresse nei primi brani, tra epiche cavalcate, riffoni, stacchi da brividi e rallentamenti di classe.
Produzione di qualità, musicisti assolutamente all’altezza, songwriting forse non sempre originale ma sicuramente curato e mai scontato. Per gli amanti del progressive metal, una “nuova” band tutta da scoprire con un disco che non potrà deludere, in cui ritroverete gran parte degli elementi tanto cari alle band che venerate.
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