Oceansize - Self Preserved While The Bodies Float Up

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:non disponibile
Etichetta:Superball Music

Tracklist

  1. PART CARDIAC
  2. SUPERIMPOSER
  3. BUILD US A ROCKET THEN...
  4. OSCAR ACCEPTANCE SPEECH
  5. RANSOMS
  6. A PENNY'S WEIGHT
  7. SILENT/TRANSPARENT
  8. IT'S MY TAIL AND I'LL CHASE IT IF I WANT TO
  9. PINE
  10. SUPERIMPOSTER

Line up

  • Mark Heron: Drums, Percussion
  • Steven Hodson: Bass, Guitar, Keys
  • Gambler: Guitar, Keys
  • Steve Durose: Guitar, Backing Vocals
  • Mike Vennart: Vocals, Guitar

Voto medio utenti

Gruppo inglese, non certo di primo pelo, fino ad oggi a me sconosciuto...
Leggo qualcosa su di loro, scopro che sono di Manchester... beh, potrebbe essere interessante! Ho personalmente sempre considerato Manchester come una città ricchissima di iniziativa e creatività musicale che spazia in tantissimi generi, compreso il Rock.
Gli Oceansize contano ormai 6 titoli nella loro discografia, dei due EP e quattro album questo (il loro ultimo lavoro) è il primo che arriva alle mie orecchie.
Sulle prime mi ha lasciato abbastanza diffidente, ma dopo qualche ascolto ho iniziato ad apprezzare la ricerca sonora che si precepisce solo "tra le righe" di questo lavoro.
Non è certo il classico rock old school, e per dirla tutta non è nulla di ciò che ci si potrebbe aspettare da una classica "british band".
L'apertura dell'album non fa intendere subito di che pasta sono fatti gli Oceansize, ma questo è senza ombra di dubbio un album che va ascoltato tutto per più volte prima di buttar giù le" solite quattro righe" per raccontarlo a voi tutti.
Così ho fatto! Non mi sono fermato all'apparenza (ok... non lo faccio mai ma questa volta mi andava di sottolinearlo) e ho cercato di comprendere a fondo tutto quello che la complessità di questa band mi ha trasmesso.
Ci sono chiarissime ispirazioni che si rifanno alla psichedelia, tante che sono parte intrinseca della cultura e dello stile musicale prettamente british, il tutto è amalgamato molto bene... e, come sempre più raramente mi capita, questa volta ho sentito anche qualcosa di originale! Certo sempre sotto forma di reinterpretazione... ma con quel qualcosa in più che sempre più spesso manca ai più.
Tutti i brani sono composti e arrangiati con una complessità che talvolta sfiora il progressive degli anni settanta, tutto con un'altalenante, ma ben studiata, continua citazione alla tipica atmosfera psichedelica... stile molto inglese come filo conduttore in tutto l'album ma mai invadente e predominante.
Utilizzo di armonie e ritmiche atipiche per un lavoro puramente rock, che però non rovinano mai nessun brano.
Certo un album non facile al primo ascolto... ma man mano che si procede si possono apprezzare finezze degne di musicisti estremamente bravi.
Non mi sento di segnalare nessun brano in particolare perché l'album, anche se non è un classico concept, va ascoltato seguendo il percorso indicato dal susseguirsi delle tracce.
Insomma... in conclusione mi è piaciuto.
E' suonato bene, prodotto altrettanto bene, registrato, mixato e curato fin nei minimi dettagli e, seppure di non facile approccio immediato, lo ritengo un buon lavoro, attuale e contemporaneo, che nel contempo si guarda indietro e coglie il meglio, riproponendolo con cura e con il giusto equilibrio.
Recensione a cura di Guido 'Sybelius' Zerbin

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