Chissà se ad ispirarlo sono state le collaborazioni con i Rhapsody (ed ora c'è ricascato con i Manowar), tanto è che il famoso ed iperattivo attore
Christopher Lee (sicuramente il "Dracula" più famoso, ha interpretato il Saruman de "Il Signore Degli Anelli", e recitato anche in "Star Wars II & III", "Il Prescelto", "La Bussola d'Oro"...) sembrerebbe essersi fatto prendere dalla passione per il Metal, mettendo in musica le gesta di Carlo Magno, del quale lo stesso Lee parrebbe anche essere un discendente da parte di madre.
Dopo questo altisonante preambolo è necessario un primo, ma anche l'unico, chiarimento: siamo ben distanti, anche a livello concettuale, dal quel Symphonic Metal o dal contesto di Metal Opera ventilati a livello promozionale. Infatti, il creatore ed unico compositore è l'italiano Marco Sabiu, che ha alle spalle collaborazioni con Kylie Minogue, Luciano Pavarotti, Ennio Morricone e più recentemente con Ligabue, in occasione delle sue Notti in Arena.
E' comunque indubbio che il
declamare di Lee sia fenomenale per timbro ed enfasi (per quanto si tratti ovviamente di recitare e non di cantare), con risultati nettamente superiori non solo a quelli raggiunti dalla stessa figlia, Christina Lee, qui impegnata nel ruolo di narratrice, ma anche per quanto messo in mostra a livello corale, un aspetto, questo, talvolta affrontato in maniera un po' troppo scolastica.
Tra narrazioni, dialoghi e larghi squarci orchestrali, gli spazi per i momenti elettrici sono davvero risicati (vedasi l'incalzante "The Bloody Verdict of Verden" oppure "The Age of Oneness out of Diversity"), così nel suo assieme "Charlemagne: By the Sword and the Cross" può tranquillamente far pensare ad una colonna sonora oppure ad una rappresentazione teatrale, e, in effetti, nel 2011 dovrebbe proprio concretizzarsi in un musical.
Potrà quindi avere risvolti interessanti e magari attirare i più curiosi ed aperti di mente, ma non riesco proprio a considerarlo
Metal, dato che, come già detto, di questo non si trova traccia nel background e, almeno sembrerebbe, tantomeno nel DNA dei musicisti ed interpreti coinvolti.
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