L’anno è appena iniziato ed ecco comparire sul mercato uno dei top album 2011. Potrei stare qui a fare decine di parallelismi, eccezioni, citazioni, confronti col passato. Però non mi interessa farlo, perché non siamo all’inizio degli anni ’90, il tempo passa e quindi tratterò questo disco come merita: da fan grato e moderatamente estasiato.
Partiamo col dire che questo è un album dei
Mr. Big al 200%: se conoscete e amate la band potreste riconoscerne il sound anche a occhi chiusi, ascoltando una qualsiasi delle tracce di
What If. Bene. State ancora leggendo o siete già di fronte al negozio con gli occhi lucidi e le mani tremanti? Beh, per i pochi rimasti di fronte al pc, vediamo di sintetizzare al meglio questo prepotente come-back, canzone per canzone.
UndertowPrimo singolo, primo botto. Incedere ritmato, refrain trascinante, direi che la scelta del “biglietto da visita” si è rivelata decisamente azzeccata. Possiamo definirla una canzone estremamente raffinata.
American BeautyRock and roll!!!! Polsi di Pat Torpey in fiamme per un pezzo veloce e accattivante, con un ritornello da 10 e lode, tutto da cantare a piena voce. Per darvi un’idea, siamo sullo stile di
Colorado Bulldog e
Addicted To That Rush. Bisogna comunque aspettare ancora per le esagerazioni strumentali, ma la parte centrale è come potete immaginare a livelli di eccellenza assoluta.
Stranger In My LifePower ballad clamorosa. Per quanto mi riguarda, mi ci sono voluti un paio di ascolti, ma ora non riesco a fare a meno di sentirla, perchè vado in crisi d’astinenza. Ottima, ottima, ottima.
Nobody Takes The BlameCi vuole un po’ per digerirla, perché si tratta della song meno diretta dell’intero lavoro. Quando ti entra in testa, però, non esce più. Classica song alla Mr. Big, niente da dire. Come struttura simile all’opener.
Still Ain’t Enough For MeSi corre ancora. E si corre fottutamente bene. Chitarra e basso dialogano fino a ritagliarsi lo spazio da protagonisti nella parte centrale, davvero clamorosa.
Once Upon A TimeRiffone aggressivo, ma forse a livello di efficacia siamo di fronte a uno degli episodi meno riusciti. Ancora una volta, comunque, la parte strumentale regala emozioni uniche.
As Far As I Can SeeI primi 15 secondi basterebbero per spiegare a chiunque cosa significa suonare con classe: un’intro a mio parere disarmante, perché nella sua semplicità racchiude tutta la grandezza di una delle band migliori di tutti i tempi. Ritornello ancora una volta da lode piena, pronto a farvi balzare sulla sedia. E dopo il bridge…vabbè, che ve lo dico a fare? Io starei giorni seduto ad ascoltare Gilbert e Sheehan che si divertono.
All The Way UpDunque. Io la vedo come un filler. Qualcuno mi darà del pazzo. Nella storia dei Mr. Big c’è già stato spazio per pezzi come questo, comunque. Sicuramente è piacevole e orecchiabile, però per quanto mi riguarda è troppo sempliciotta. Cresce comunque dopo qualche ascolto.
I Won’t Get In My WayRiff possente per una song che a me ricorda molto gli ultimi
Gotthard (quindi mi piace parecchio). Particolarmente degni di nota il freschissimo refrain e gli stacchi in chiusura di solo.
Around The WorldMamma mia. Song che potrebbe essere uscita da uno degli album solisti di Gilbert: riff incastradita, strofa veloce e ritornello melodico. La parte centrale fa venire mal di testa al solo pensiero della velocità a cui le dita di Billy e Paul si muovono all’unisono. Una canzone che rende perfettamente l’idea dell’unicità di questa band.
I Get The FeelingChiusura ufficiale del disco affidata ad una piacevole song melodica, supportata da una ritmica saltellante. Si torna ad apprezzare in pieno la capacità disarmante dei Mr. Big di trarre il massimo effetto possibile dalla semplicità delle linee melodiche dei pezzi. Anche in questa canzone, però, Sheehan e Gilbert non perdono occasione per mostrarci come suonano gli alieni.
UnforgivenSpero abbiate tutti l’opportunità di sentire questa bonus track: struttura molto seventies e carica particolarmente aggressiva, senza tralasciare ovviamente la necessità di ricondurre il tutto alla melodia, che sempre regna sovrana.
Per quanto riguarda le singole performance, direi che le parole rimaste sono davvero poche a questo punto. Sheehan però risulta sicuramente sopra a tutti gli altri come presenza. Gilbert anche senza strafare è mostruoso come sempre, Torpey assolutamente perfetto e Martin intenso ed emozionante, forse anche più che in passato.
Una delle migliori band del globo intero è tornata insieme per davvero, amici. Abbiamo avuto un tour e un doppio live lo scorso anno, abbiamo un nuovo splendido disco e un nuovo tour quest’anno. Possiamo chiedere di più? Sinceramente, penso di no. Onore ai Mr. Big, dunque: se dovevano proprio servire anni di stop per giungere a un album come questo, quasi quasi sono contento di aver dovuto aspettare.
In chiusura, doverosi complimenti alla nostrana
Frontiers Records, che si è aggiudicata un gruppone. Ed è solo l’inizio di un 2011 che si preannuncia clamoroso. Il lavoro fatto bene alla fine paga sempre, questi sono i dischi che lo dimostrano.