Secondo MCD per gli statunitensi
Darkblack, dopo "The Barbarian's Hammer" (2005), intervallati dal primo, e per ora unico, full length del gruppo, "The Sellsword", uscito sempre per la Stormspell Records nel 2009.
Tutte uscite che hanno ben pochi anni alle spalle, tuttavia lo stesso non si può certo dire della musica che questa formazione originaria da Portland, Oregon, va a recuperare dagli anni ottanta, anzi, senza farsi mancare qualche escursione nei seventies.
Certo, non è sufficiente rifarsi a sonorità d'annata ed ormai ben rodate, ma i Darkblack mostrano un discreto gusto compositivo ed esecutivo, non sempre ben supportato sia da una registrazione ovattata e poco brillante, sia dalla prova al microfono di Tim Smith, impegnato anche al basso, dotato di un range vocale piuttosto limitato. Sono invece i due chitarristi, Anthony Crocamo e Rob McConlogue, a non porsi alcun limite, andando a sferragliare a destra e a manca.
Su "Doom Herald" o "Power Monger" ritroviamo più Judas Priest e Angel Witch che Iron Maiden, ma i Darkblack cercano sempre di dare un tocco di personalità alle proprie composizioni, nel guitarwork ma anche riuscendo ad azzeccare il tocco melodico, come ad esempio avviene nel caso di "Golden Idol". Personalità che viene un po' a mancare al momento di alzare i ritmi, come nel caso di "Midnight Wraith" e della conclusiva "Broken Oath", con i Darkblack che danno l'impressione di rendere al meglio quando preferiscono la solidità dei suoni rispetto alla velocità.
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