Certe volte la vita riserva delle sorprese strane. Chi l’avrebbe detto, anni fa, che quattro ragazzacci di Goteborg, quindi non propriamente la California, sarebbero riusciti a diventare la next big sensation del rock? Quello sporco, sudato, verace… Chi l’avrebbe detto che sarebbero riusciti a colmare il vuoto lasciato da una band che aveva il mondo il mano ma se l’è lasciato sfuggire per colpa dell’egocentrismo di uno di loro (chi ha detto Axl Rose??). Perché parliamoci chiaramente, dopo gli Aerosmith nei seventies, i Guns negli eighties, gli
Hardcore Superstar sono decisamente la band che meglio incarna quello spirito negli ultimi anni, e penso di poterlo affermare senza temere smentite. E non parlo solo di look, attitudine, vita on the road, ma di fatti, con album validissimi a conferma, assolutamente, del fatto di non essere una band costruita a tavolino. E a ulteriore conferma di quanto di buono fatto fin’ora, ecco un nuovo album in studio, e basta ascoltare la carichissima opener “Sadistic girls” per capire che anche questa volta i nostri c’hanno dato dentro. Ma cos’è che li distingue da tanti altri gruppi dediti al genere? Sicuramente una spiccata capacità nello scrivere “canzoni”, brani, cioè, che a primo ascolto sembrano semplici, ma che nascondono ottimi arrangiamenti, e soprattutto refrain che colpiscono nel segno, senza per questo risultare eccessivamente kitch e sputtanati. In poche parole, posseggono quello che altri gruppi non hanno, e cioè il talento, merce sempre più rara al giorno d’oggi. E se generalmente un ottimo esordio viene accolto con clamore, e si aspetta il secondo album per vedere se viene confermato quanto di buono fatto nel primo, è altrettanto vero che generalmente è il terzo album ad essere giudicato quello della maturità. In questo caso siamo ben oltre, ma ciononostante non c’è un solo calo nelle undici canzoni presenti, quindi direi proprio che questo “Split your lip” consegna definitivamente la band alla storia della musica rock. E lo fa con brani come la già citata “Sadistic girls”, la title track, o la bella ballad acustica “Here comes that sick bitch”, “Last call for alcohol”, “Honeymoon”, ma in generale un po’ con tutti i brani presenti. “Split your lip” ha quello che a me fa impazzire in un album, e cioè la freschezza. Pur non inventando assolutamente nulla di nuovo, suona bene, ti fa venire voglia di ascoltare la traccia successiva, non annoia, è suonato e prodotto benissimo, sprigiona adrenalina, riuscendo a mescolare alla perfezione lo sleaze rock e l’hard rock più classico, senza dimenticare spruzzatine di punk, metal e puro rock ‘n’ roll. Cosa chiedere di più? Insomma, l’avreste mai pensato che il sole californiano potesse irraggiare anche Goteborg??
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