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Let the Metal Do the Talking", uscito nel 2008, aveva concretizzato il ritorno in attività degli
Overdrive dopo un lungo break, e si era rivelato un lavoro tanto interessante e piacevole, da creare non poche aspettative per quello che ne sarebbe stato il successore.
Invece, per quanto non si registrino cambi di rotta nel sound della formazione svedese, ripresentatasi all'appuntamento discografico compatta ed immutata, "Angelmaker" si delinea come un album meno ispirato del predecessore... ed è un vero peccato.
L'equilibrio tra canzoni all'altezza del disco precedente, come nel caso dell'oscura e priestiana titletrack, e qualche riempitivo di troppo ("On With the Action", "It's a Thriller") non va purtroppo a favore degli Overdrive, come pure la propensione Hard Rock profusa in "In Gut We Trust" (sembra quasi di ascoltare gli Skid Row) e nella
vintage "See the Light", o la banalità di una "Under the Influence" palesemente in debito con la maideniana "Flash of the Blade".
Non spiace invece riascoltare, sopratutto con quel taglio ben più heavy e ruvido dell'originale, una simpatica hit degli anni '80, "I Know There's Something Going On", originariamente interpretata dalla
brunetta degli Abba, Frida, un brano comunque scritto da Russ Ballard e che all'epoca vide anche la partecipazione di Phil Collins.
Ma il compito di tenere "Angelmaker" dalla parte della sufficienza è giustamente affidato alla diretta ed anthemica "To Grow", alla cadenzata "Mother Earth" (dedicata agli Indiani d'America), e sopratutto all'accoppiata conclusiva, la speedy "Cold Blood Chaser" e l'articolata "The Wavebreaker", epica ed intensa, una canzone che dopo un avvio solo voce e chitarra acustica, si evolve in una riuscita galloppata maideniana (ottima prova d'insieme, dove risaltano quelle di Per Karlsson e Janne Stark) per poi riprendere, nelle sue battute finali l'arpeggio ed il tono malinconico iniziale.
There's Something Going Down...
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