Tornano gli
Edenforce, band calabrese che avevo avuto modo di recensire nel 2008 con il loro
primo lavoro. È cambiato qualcosa, in questi due anni e spicci: la band ha deciso di virare sul cantato in italiano, e dalle liner notes scopriamo che è stato scelto “
un italiano poetico e fortemente influenzato dalla prosa del secondo novecento”. Wow! A me sembravano normalissimi testi, anzi, “f
uggo via/spaventato/ma tu sei ancora qui/ e mi chiedi/ansioso/ qual è il mio destino”, et similia… E’ Vittorini, Saba o Montale? Vabè…
Quattro brani, a cavallo tra il classico Maiden metal, un hard rock più malinconico e reso intricato da aperture neo-prog. Una produzione sufficiente per un demo ed una copertina stampata con la epson... A me va più che bene, per carità, siamo qui per ascoltare musica, non per giudicare i dettagli, ma come avrete sicuramente intuito, amici lettori di
metal.it, il prodotto è ben al di sotto degli standard necessari per accedere al mondo “dei grandi”, per così dire. Ciò detto, non ho assolutamente nulla da eccepire sulla integrità artistica di una band che crede ciecamente in quel che fa, e che in più di un momento sfodera momenti strumentali convincenti (la seconda parte di “
Il lato Oscuro”, ad esempio, o la conclusiva "
Il Maestro delle Ombre"). In più, i brani sono inframmezzati da oscure voci, due personaggi fantomatici che si inseguono, quasi a voler legare il tutto in una struttura-concept, che se non ho capito male ci racconta di un uomo inseguito da un altro, ma non si sa perché… Lo scopriremo, credo, con la parte 2 di questa avventura a nome “Nemesi Eterna”: per il momento, un plauso al bassista Vincenzo per il gusto, un in bocca al lupo a tutti per il futuro, con la speranza che un filo di modestia in più e la necessaria esperienza possano finalmente far decollare gli Edenforce.
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