Copertina 5,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:43 min.
Etichetta:Black Lotus
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MINSTREL OF PAIN:
  2. BLOODSTORM
  3. A LEAF IN THE WHIRL
  4. ELISEWIN
  5. DANCING THROUGH THE CLOUDS
  6. FATHER
  7. THE DARK AND THE OCEAN

Line up

  • Mario Mosca: vocals
  • Nicola Massimo: guitars
  • Massimiliano Cammarota: guitars
  • Fabio Russo: bass
  • Massimiliano Mosca: drums
  • Umberto Micillo: keyboards

Voto medio utenti

Sebbene gli Adamanter incidano per la Black Lotus, label Greca che ultimamente sembra star ampliando il proprio raggio di azione, sono un gruppo che ha le proprie radici qui in Italia. Per arrivare a questa conclusione non è stato nemmeno necessario leggere la biografia del gruppo allegata al CD, poiché la loro nazionalità è evidente già dal primo ascolto di "The Shadow Mirror". A dire il vero, la bio però toppa clamorosamente nel paragonare il sound degli Adamanter a quello della coppia Helloween/Edguy ed nell'esagerare definendoli come la "best newcomer" band proveniente dall'Italia dopo i Rhapsody. Certo, qualcosa dei Rhapsody salta fuori, sopratutto per gli arrangiamenti ed alcuni linee vocali ("Bloodstorm"), ma il confronto resta forzato. Più realistico rapportarli ai Time Machine od ai Labyrinth prima maniera, oppure, guardando all'estero, al massimo si può pensare ai Kamelot, ovviamente sempre facendo le debite proporzioni. Ad ogni modo, sin dalla lunga suite iniziale suddivisa in 5 parti, è indubbio come la faciloneria non faccia parte del repertorio del gruppo, anche se purtroppo per portare a buon fine le loro idee servirebbe il supporto di una produzione all'altezza, e non una registrazione che non è per nulla adeguata ad una realizzazione ufficiale. I pezzi meno articolati, come "A Leaf in the Whirl" e sopratutto "Elisewin", sono quelli che patiscono meno della mancanza di brillantezza e pulizia nel suono, ma la mancanza di impatto resta e (non) si sente. Inoltre in alcuni casi i brani risultano disarticolati, con parti che fanno difficoltà a fluire nel contesto della singola canzone, come se ci fossero stati infilati di forza, magari per la troppa voglia di fare e di arricchire il proprio songwriting, come avviene per "Killing Ride" ed anche nella prima parte di "A Leaf in the Whirl". Altro azzardo è stato a mio parere quello di piazzare subito in apertura i 10 minuti di "Minstrel of Pain", sarebbero state maggiormente indicate le più dirette "Father" e "Bloodstorm". Si distacca dalle linee guida di "The Shadow Mirror" la conclusiva "The Dark and the Ocean", dove fanno "capolino" i Blind Guardian. Pagano quindi lo scotto del debutto ma sopratutto la produzione, comunque da parte sua il gruppo mostra buone capacità, con il cantante Mario Mosca a fare una figura più che discreta, nonostante qualche difficoltà con la pronuncia. In definitiva direi che gli Adamanter lasciano aperta la porta a sviluppi interessanti, ma per il momento hanno solo potuto lasciar intravedere il proprio potenziale.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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