Uscito quasi di soppiatto, "Escape From Reality" mi pare invece un esordio perlomeno interessante. Il leader del gruppo, il cantante Naked Duke non è altri che Leszek Szpigiel, il quale sotto un'altro nickname, quello di Haridon Lee, ha cantato su due album degli Scanner, quei "Mental Reservation" e "Ball Of The Damned", che avevano contrassegnato il ritorno del gruppo tedesco a metà degli anni '90. Dei tre musicisti che lo accompagnano in questa nuova avventura spicca Anja Assmuth, sa per il fatto di essere una ragazza (ma picchia decisamente bene il suo drum kit!), sia per essere la sorella di quel Dirk Assmuth, che la batteria la percuote negli Angel Dust. "Escape From Reality" vede i Duke riprendere il discorso dove gli Scanner lo avevano interrotto dopo aver pubblicato il già citato "Ball Of The Damned", quindi con gli stessi limiti, ossia l'originalità ed la collocazione in un genere sovraffollato. Questo aspetto è testimoniato dal Power Metal Melodico presente su "Rolling Heads" o su "Black And White", canzoni che si fanno ascoltare con piacere, con la voce non troppo pulita ma espressiva di Leszek. Uno degli episodi migliori è invece l'atipica "Arrant Rascal", dalla ritmica possente ma con delle aperture strumentali piuttosto inusuali. Non che i Duke non se la cavino degnamente anche alle prese con canzoni più canoniche, come avviene appunto con "The Duke" e sopratutto con "Center Of Destruction Unknown", quest'ultima caratterizzata da piccole puntate verso soluzioni accattivanti a metà tra Kamelot ed Edguy. Tanto per non smentirmi e senza dilungarmi inutilmente, ecco che nella lista dei cattivi metto al volo la ballad "Rising Child", rischia la stessa sorte una raffazzonata "Illusions" che non mi convince del tutto. Diverso il discorso per "Remember My Name", sicuramente non un fulmine di guerra, dato che si tratta di un pezzo lento, malinconico e con delle atmosfere (talvolta accostabili ai Pink Floyd) che non avrebbero sfigurato su un album come "Enlighten The Darkness" degli Angel Dust. Mi sembra evidente che "Escape From Reality" non sia un acquisto necessario, ma non si tratta nemmeno di un dischetto da evitare con cura. Certo che uscire dall'anonimato è già difficile, ma ricorrere ad un moniker e ad una copertina così anonimi, rende la situazione ancora più complicata. Eppure "sotto sotto" (ma sotto... sotto...), le cose non sono affatto così malvagie.
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