Sono passati due anni, questa volta, dal precedente “The last alliance”, quindi la curiosità di vedere se finalmente i
Battlelore hanno fatto le cose per bene era tanta.
Purtroppo la opener “
Bloodstained” non è decisamente un buon inizio, troppo lenta e noiosa per assumere il ruolo di brano di apertura, che dovrebbe essere una sorta di biglietto da visita, di presentazione del disco intero. E le cose non migliorano di molto neanche con la successiva “
Iron of death”, pomposa ma con poco piglio, con le tastiere che non colpiscono e che quasi infastidiscono.
Insomma, cosa gli è preso ai Battlelore? Difficile dirlo… questo loro sesto lavoro in studio si preannunciava come qualcosa di interessante, visto che tra l’altro si tratta, per loro, del primo concept album, ovviamente, inutile dirlo, ispirato da J.R.R. Tolkien.
Purtroppo le aspettative non sono state mantenute. Come per il precedente album c’è un fastidioso senso di incompiuto che aleggia lungo tutti e undici i brani, come se la band avesse enormi difficoltà a decollare davvero. Troppi mid tempo, riff di chitarra poco incisivi, nonostante nettamente più presenti rispetto al recente passato, e anche quando i nostri spingono sull’acceleratore le cose non cambiano di molto.
Come appena accennato, il sound si è leggermente indurito, segnando un ritorno, in parte, alle sonorità di inizio carriera, ma questo non è bastato a rendere memorabili queste canzoni, che peraltro vivono costantemente il fastidioso alternarsi della voce di Kaisa e del vocione di Tomi, senza però convincere l’ascoltatore. Insomma, un altro mezzo passo falso per la band finnica, che a dispetto della nutrita discografia non riesce proprio a comporre il capolavoro della sua vita.
Detto dell’ottima produzione ad opera del guru
Dan Swano, e segnalati “
Olden Gods”, “
Men as wolvers” e la titletrack come momenti migliori dell’album (ma giusto per essere magnanimi, eh…), non resta poi molto da dire, se non che la limited edition comprende un DVD di tre ore che ripercorre i dieci anni di carriera della band, una sorta di autocelebrazione oltre che un gradito regalo per i fans più stretti.
Se siete fan di vecchia data della band forse apprezzerete questa sorta di ritorno alle origini, se non avete ascoltato ancora nulla dei Battlelore non penso che questo “
Doombound” vi colpirà più di tanto.
In ambito epic/power/folk metal c’è sicuramente di meglio in giro, i finnici sono e resteranno una band di nicchia per pochi appassionati, e “Doombound” non è riuscito a cambiare le loro sorti...
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