Sempre attenta all'area sludge, la Relapse mette sotto contratto gli americani
Rabbits, qui al debutto con il loro
"Lower Forms": i fatti sembrano dare ragione ai fiuto dell'etichetta, che ancora una volta ha tirato fuori dal cilindro una formazione veramente degna di attenzione, grazie ad un album che potremmo definire come un crocevia di differenti correnti musicali. Parlando di sludge, il nome che emerge prepotentemente è quello degli Eyehategod, ma i Rabbits non si limitano a scimmiottare la band di Mike Williams e propongono un sound meno sabbathiano e più punkeggiante, dove le voci di Hughes e Montfort si scambiano dietro al microfono con il loro fare sguaiato e fortemente hardcore. L'iniziale "Burn, Sun, Burn", "We Beat", "Duck, The Pigs" o "Noise To Share", oltre ad essere emblematici del sound di "Lower Forms", sono brani carichi di energia e forza, tra momenti più lenti e nichilistici ed accelerazioni repentine molto hardcore/punk.
Un buon esordio quello dei Rabbits quindi, che siamo certi saranno apprezzati dai "downtempo" freaks amanti del genere. Un plauso ancora una volta alla Relapse Records che si conferma etichetta attenta e di spessore, nonchè punto di riferimento per tutti gli ascoltatori di metal estremo (in tutte le sue varie sfaccettature).
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?