Copertina 4

Info

Anno di uscita:2020
Durata:76 min.
Etichetta:Svart Records

Tracklist

  1. GLOWING RED SUN
  2. MANIFESTATION I: TOLLING DEATH BELLS
  3. TWILIGHT
  4. MANIFESTATION II: A NEW ORDER
  5. COSMIC BLOOD
  6. MANIFESTATION III: THE SPAWN OF MALEVOLENCE
  7. KOMM SUSSER TOD
  8. GENESIS RISE
  9. MANIFESTATION IV: THE PROGENY OF GODEN
  10. DARK NEBULA
  11. MANIFESTATION V: THE EPOCH OF GODEN
  12. I AM IMMORTAL
  13. MANIFESTATION VI: THE BEGINNING AND THE END
  14. EGO EIMIE GY
  15. MANIFESTATION VII: GAIA REJUVENATED
  16. NIGHT
  17. MANIFESTATION VIII: A NEW AGE
  18. THUNDERING SILENCE
  19. WINTER

Line up

  • Vas Kallas: vocals & bass
  • Stephen Flam: guitars
  • Tony Pinnisi: keyboards

Voto medio utenti

Vi ricordate i Winter? Il seminale gruppo death/doom metal americano tra i pionieri del funeral doom ed entrati nel culto per un solo disco, “Into The Darkness” del 1990 e poi scomparsi dalla scena?
I Winter non sono tornati, in compenso Stephen Flam, il chitarrista, ha messo su i Göden, insieme all’altro ex membro, il tastierista Tony Pinnisi, e ad una cantante, tale Vas Kallas in arte Nyxta.
Il risultato è questo “Beyond Darkness” che, già dal titolo, si pone in linea di continuità con “Into The Darkness”. I rimandi a quel disco sono innumerevoli, tra l’altro "Goden" è il titolo della terza traccia di quel disco, mentre su questo disco la traccia conclusiva si chiama proprio “Winter”.
Insomma parliamo di una vera e propria operazione nostalgia.
Operazione nostalgia che però fallisce miseramente, per una serie di elementi che ne inficiano la bontà in maniera radicale. E sono talmente tanti che mi viene di fare una scaletta:
• Il disco dura il massimo possibile per un singolo cd, ovvero 76 minuti e rotti, il che vuol dire che la band ha cercato in tutti i modi di riempire, nel vero senso della parola, il disco. La qual cosa si traduce in una serie di riempitivi francamente eccessivi;
• La musica si basa su infiniti tempi cadenzati, dove sovente le tastiere assumono un ruolo tanto preponderante quanto inopportuno, in uno schema compositivo sempre uguale a se stesso, con pochissime variazioni di sorta, senza slanci e senza inventiva, e soprattutto senza intensità e densità di suono;
• Non bastasse ciò, ad appiattire il tutto e ad affossarlo definitivamente, ci pensa la monocorde, monotona e inespressiva voce di Vas Kallas, quanto di peggiore abbia mai sentito su un disco di metallo pesante. Non c’entra nulla il fatto che sia donna, questo sia chiaro. Ma la nostra non canta, si limita ad una sorta di continua declamatio che è di una noia mortale;
• Dei 19 pezzi in scaletta 8 sono introduzioni nelle quali una voce maschile stentorea ci avvia alla comprensione di quello che stiamo per ascoltare, in tal modo sviscerando il concept dietro il disco, concept che però, mi spiace, non ho ben compreso;
• Musicalmente, anche volendo soprassedere sui succitati difetti, cosa di per se impossibile, ci troviamo di fronte ad un death/doom francamente elementare, scolastico, didascalico e senza nessuna delle necessarie caratteristiche del genere, men che meno di quell’aura funerea di cui avrebbe bisogno.
Non ci siamo, in nessun modo.
E pensare che l’iniziale “Glowing Red Sun”, strumentale di oltre 9 minuti aveva lasciato ben sperare, quantomeno per le atmosfere sulfuree che riesce a ricreare.
Beyond Darkness” è una noia mortale e se non fosse per i rimandi ai Winter andrebbe stroncato senza pietà. Ma cosa dico andrebbe, va stroncato!
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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