Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:46 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:EMI

Tracklist

  1. THE MARCH OF THE VARANGIAN GUARD
  2. TAKE THE DAY!
  3. HUNTING PIRATES
  4. VENETOI! - PRASINOI!
  5. STAND UP AND FIGHT
  6. THE GREAT ESCAPE
  7. FEAR THE FEAR
  8. END OF AN EMPIRE
  9. THE BOSPHORUS FREEZES OVER

Line up

  • Mathias D.G. 'Warlord' Nygård: vocals, keyboards
  • Jussi Wickström: guitars
  • Hannes 'Hannu' Horma: bass
  • Tuomas 'Tude' Lehtonen: drums, percussion
  • Olli Vänskä: violin
  • Netta Skog: accordion

Voto medio utenti

Continua il percorso verso i vertici della scena per i Turisas, unica band novità degli ultimi anni capace di farsi spazio nell’inflazionato e statico mondo metal, alla ricerca di quel successo ambito dai più. Quando questa formazione debuttò nel 2004, per poi consolidarsi con il secondo lavoro nel 2007, l’attenzione verso il combo finlandese fu molta… i Turisas incarnavano i sogni epici di chi avrebbe voluto ascoltare sonorità e orchestrazioni alla Rhapsody in chiave più barbarica, e il talento dei musicisti era tale da far volgere gli occhi del mondo metal verso di loro.

I nostri si apprestano ora a realizzare quello che dovrebbe essere l’album della consacrazione, ma qualcosa sembra essere andato storto. I Turiras di oggi ci appaiono “ripuliti” nel sound, come accadrebbe ad un manipolo di sporchi barbari finiti sotto la doccia e uscitine lucidati e profumati, pronti a fare vita di corte come guerrieri in pensione trasformati in cantastorie.
E’ proprio questo il grande problema di “Stand Up And Fight”… la rabbia barbarica di un tempo sembra aver fatto posto ad un’interpretazione più buonista del sound: voce meno sporca, atmosfere più da fantasy che da tumulto bellico, con il risultato che le distanze dal power metal di Rhapsody o Blind Guardian si fanno pericolosamente sottili.
Non che ci sia qualcosa di male nel suonare, e bene, brani dai forti arrangiamenti e dalle ottime orchestrazioni, oggi più che mai raffinate, ma la chiave di letura rabbonita dei pezzi sta portando i Turisas ad allontanarsi dal sentiero che li caratterizzava per avvicinarsi eccessivamente a quello già battuto, con successo, da altri gruppi.

Sarebbe ingiusto dare una valutazione insufficiente a questo prodotto, visto il livello tecnico e degli arrangiamenti, ma dispiace constatare come i Turisas, nel momento della verità, abbiano preferito ripiegare su un disco “di mestiere”, che sembra guardare più all’ampliamento del pubblico che al consacrare la propria identità.
Recensione a cura di Cristiano Borchi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 feb 2011 alle 17:37

le prime due le trovo stupende, se tutto il disco fosse stato in quel modo me ne sarei fregato. Dopo arrivano le note dolenti e quella voglia di strafare trasforma questo disco in una colonna sonora e quelle a me piacciono nei film, non nei cd.

Inserito il 28 feb 2011 alle 15:47

ho sentito solo due pezzi da quest'album, che mi erano parsi letteralmente stupendi e molto ispirati. Se si sono imborghesiti nel sound, non è detto che la qualità delle canzoni debba per forza risentirne. Comunque proverò ad ascoltarlo per intero appena comprato, così mi farò un'idea migliore.

Inserito il 28 feb 2011 alle 15:36

io la penso come cristiano... si sono imborghesiti, c'è poco da fare.

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