Give Up The Ghost - We're Down Til We're Underground

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:32 min.
Etichetta:Burning Heart
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. (SOMETIMES LIKE IT NEVER STARTED)
  2. LOVE AMERICAN
  3. YOUNG HEARTS BE FREE TONIGHT
  4. SINCE ALWAYS
  5. CALCULATION-NATION
  6. THE LAST SUPPER AFTER PARTY
  7. CRIME SCENE
  8. BLUEM
  9. AEION
  10. CRUSH OF THE YEAR
  11. NO LOTION COULD EVER UNCLOS THESE PORES
  12. WE KILLED IT
  13. (AND IT'S SOMETIMES LIKE IT WILL NEVER END)

Line up

  • Wes: vocals
  • Tim: guitars
  • Brian: guitars
  • Josh: bass
  • Alex: drums

Voto medio utenti

Ecco uno di quei dischetti che suonano come una benedizione, di quelli che li devi ascoltare per forza ad alto volume e per più volte di seguito, tanto ne vieni catturato. I Give Up The Ghost piombano con un album ottimo, ben fatto, ben suonato e ben prodotto, pieno di groove e di intelligente furia applicata alla musica. Questi cinque ragazzi d'oltreoceano propongono un Hardcore decsamente Old School, incentrato sull'insegnamento di Agnostic Front e Sick Of It All, in cui vengono comunque inseriti, in maniera quanto meno personale, diversi accattivanti arrangiamenti ed interessanti soluzioni melodiche, che più di una volta mi hanno fatto venire alle mente le stesse sensazioni partorite dalle atmosfere del tutto particolari dei film di Tarantino (visto anche l'ultimissimo geniale Kill Bill)... diverse songs lasciano con un retrogusto quasi Pulp, condita con qualche punta vagamente, sporadicamente aromatizzata con elementi lievemente venati di Surf o Beat alla The Animals. Questi 32 e rotti minuti sono senz'altro una tra le proposte migliori dell'Hardcore attuale: sound robusto ed old fashioned, ma eccellente nella miscela e nella pasta, con un mood elettrico ed un tiro invidiabile, pronto a raccogliere l'eredità dei Sick Of It All, implementandola con nuovi ed effervescenti elementi. Che la nuova contaminazione HC nei prossimi anni si avvicini sempre di più a sonorità fino ad ora impensabili? Se questo è l'inizio, beh, ben venga. Vedo già i titoli di coda passare sul il trip finale di '(And Its Sometimes Like It Will Never End)'...
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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