Dopo la pubblicazione del primo ottimo live, i
The Poodles tornano sul mercato con un nuovo full lenght, regalandoci un’oretta di piacevole hard rock melodico.
Se pensavate che il lancio del live avrebbe rappresentato un punto di rottura nella discografia della band, fortunatamente dovrete ricredervi:
Performocracy ricalca infatti fin troppo fedelmente le orme dei suoi predecessori. In realtà, tuttavia, mi aspettavo un po’ di più da una band di questo calibro, che pur non cambiando la formula vincente non riesce a bissare la clamorosa bellezza di un disco come
Clash Of The Elements.
Il disco scorre bene, ottimamente prodotto e suonato come si deve, ma non ha all’interno nessun pezzo in grado di fare veramente sussultare l’ascoltatore. Insomma, un appiattimento di fondo che non giova certo al risultato finale. Succede così che, al termine dell’ascolto, un po’ di amaro in bocca rimane, soprattutto pensando alle cose che la band è riuscita a fare nel recentissimo passato.
Dunque, che dire? Album di qualità, anche se inferiore a quello cui i Poodles ci avevano abituati. Forse è anche fisiologico dopo una crescita esponenziale subire un piccolo rallentamento, quindi è inutile inoltrarsi in strane elucubrazioni. A mio parere merita comunque di finire sugli scaffali dei fan del combo svedese, anche se probabilmente tra qualche mese, quando vi verrà in mente di sentirvi la band, la prima sceltà ricadrà su altri lavori.
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