“L'album che Ronnie James Dio e Yngwie Malsmteen non hanno mai fatto”. Questo è l'ambizioso paragone che il tastierista svedese dei Time Requiem, Richard Andersson, propone nel presentare il suo nuovo progetto, nato dalla collaborazione con il chitarrista Magnus Nilsson, con il monicker “Space Odyssey”. A completare la line-up troviamo il bassista Marcel Jacob (già apprezzato proprio nei Rising Force), il batterista Zoltan Csörsz (Flower Kings, Time Requiem) e il singer Patrik Johansson. La produzione del disco, affidata a Jonas Reingold, bassista dei Flower Kings, è potente e sufficientemente pulita, e rende giustizia alle energiche composizione degli Space Odyssey. Il gruppo scandinavo propone un Power Metal di stampo neoclassico fortemente influenzato dai dischi di Yngwie Malmsteen e dei Symphony X, che mette in evidenza i virtuosismi di Nilsson e Andersson e la bella voce di Johansson, graffiante e potente. La timbrica di Patrik ricorda molto David Coverdale e Jorn Lande, e l'eccellente prestazione del cantante scandinavo è uno dei punti di forza di “Embrace the Galaxy”. Il disco scorre piacevolmente dalla prima all'ultima canzone, rivelando una grande cura dei dettagli, negli arrangiamenti e nei cori, oltre ad un songwriting discretamente vario e una buona prestazione strumentale da parte di ogni membro del gruppo. Purtroppo la proposta musicale degli Space Odyssey manca di originalità (con un omaggio più o meno voluto a “Ytse Jam” dei Dream Theater), e la scena odierna vede dischi di questo tipo uscire quasi ogni mese. La buona qualità delle canzoni fa di “Embrace the Galaxy” un ottimo album, che non mancherà di entusiasmare ogni amante del genere... ma per chi non ne può più di certe sonorità, è meglio passare oltre, in cerca di qualcosa di più appetitoso.
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