Ma che diamine... perchè mai devono scrivermi sulla biografia che questi fanno "old SF Bay Area's speed thrash metal" quando in realtà siamo davanti ad un metal moderno, quasi post-thrash venato di svedese, con le solite compressioni e le solite melodie? Probabilmente non si rendono conto quelli della Osmose che si tirano da soli la zappa sui piedi. Questi Divine:Decay arrivano dalla Finlandia, terra di plastica in campo metal senza pari, sono al secondo disco e hanno addirittura tre chitarristi, scelta alquanto inutile dato che su disco le armonizzazioni sono ben sporadiche. La produzione di questo "Maximize the Misery" è la solita robaccia scandinava, con suoni di batteria molto poco reali, chitarre zanzarose completamente svuotate dei medi e via dicendo. Insomma, la mano di Mikko Karmila c'è e si sente.... Musicalmente i Divine:Decay hanno solo qualche spunto in Bay Area style nel riffing di chitarra, ma nel complesso le atmosfere, molto vicine al sound svedese, e le linee vocali, lagnose e melodiche, sono ben distanti da qualunque tipo di thrash old-school. Qualche buono spunto in questo "Maximize the Misery" c'è, come nella opener "Icons Fall", dove non mancano pregevoli melodie, o in "Silence of Decades", ma devo dire che per il resto è proprio la solita solfa, senza un minimo di personalità e senza nulla di particolare che mi faccia sobbalzare all'ascolto. Canzoni poi come "Killing Innocence", tediose e soporifere, non possono che portare il giudizio complessivo del disco ben sotto la sufficienza. A tutto questo aggiungiamo una copertina francamente orrenda, realizzata da Mr Lausky, guarda caso autore di molte cover di metal legnoso made in Spinefarm, e la frittata è fatta. Concludo avvisandovi di stare attenti ai vari advertisement sparsi sui magazine di mezzo mondo, dato che dello strombazzato thrash Bay Area qui non ce n'è manco l'ombra; e se anche vi piace il psedo-thrash scandinavo e robaccie simili in voga di questi tempi, lasciate ugualmente perdere questi cinque finlandesi; ci sono in giro band molto più meritevoli, anche solo nel nostro Paese.
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