Chi, anche saltuariamente, mastica di grindcore sicuramente sarà d’accordo con il sottoscritto nel definire la band finnica come una delle più interessanti del panorama estremo.
Spinta dal successo ricevuto dalla pubblicazione di “Exit” nel 2005 e di Cycles” nel 2008 (senza dimenticare la bellezza di tre validi ep pubblicati dal 2006 ad oggi) la band di Vaasa si è guadagnata un deal importante con la Relapse tramite la quale ha da poco dato alle stampe la loro ultima fatica, “Cursed”.
Anche tramite un ascolto frettoloso, si capisce perché l’etichetta americana ha dato fiducia ai
Rotten Sound. I Nostri hanno raggiunto una maturità compositiva invidiabile ed una sicurezza nei propri mezzi che li distingue dalla massa di band che pensano che basti suonare un accordo in maniera iperveloce per un minuto e mezzo e farfugliare parole a caso dietro un microfono per meritarsi l’etichetta “grindcore”.
La maniera in cui i Rotten Sound mischiano grind/death/doom, la scelta ragionata di alternare velocità e rallentamenti (all’interno di brani che in media superano di poco i due minuti!) senza per questo perdere in grinta ed “attitudine”, fa si che in “Cursed” porti a termine la sua missione nichilista senza mostrare cali di tensione o crepe nel songwriting.
Dal mio personale punto di vista, è un piacere constatare che esistono ancora band grindcore in grado di passare nell’arco di pochi minuti, attraverso ritmi schizofrenici (v. “Self”) o lentissimi (v. “Hollow”) con una naturalezza disarmante, riuscendo a legare ogni singola canzone all’altra fino ad ottenere un album compatto e completo.
Del resto se i Rotten Sound militano da quasi venti anni nella scena estrema qualcosa vorrà pur dire no?
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