Non posso credere alle mie orecchie… il bootleg che già circolava tra i “fans ‘till the bone” dei Dokken ora esce in veste ufficiale. Finché tale registrazione è rimasta nel giro dei bootleg, la cosa non guastava, ma parliamoci chiaro: la grandiosità dei Dokken non ha bisogno di un live ufficiale di questo pessimo livello qualitativo. Proprio così, avete già intuito. Spesso mi chiedo quale sia il motivo ed il perché le grandi labels (e non sto parlando solo di Sanctuary, che comunque non è affatto nuova a queste discutibilissime manovre commerciali) tendano a spremere fino all'osso un nome che ha fatto la storia di un genere musicale, dando alla stampe dei live postumi prodotti in becera maniera. Un conto potrebbe essere una mega produzione per rispolverare un nome un pochino dimenticato o in crisi (vedi il galattico 'Live Insurrection' di Halford) ma con questo Japan Live '95 si scade quasi nel ridicolo. Sul piano prettamente musicale, niente da dire: le songs rappresentano forse il meglio del combo americano (ad eccezione di qualche perla come ‘Paris Is Burning’ e ‘Walk Away’ qui non presenti) con l’aggiunta di qualche canzone tratto dall’allora nuova uscita ‘Dysfunctional’ - date un'occhiata alla tracklist per rendervi conto di cosa sarebbe potuto essere questo live – e con qualche versione unica di alcuni classici, come ‘Unchain The Night', per l'occasione presentata in veste acustica (è un qualcosa da brividi), così come 'Alone Again', che solo in voce piano, lascia stampata la pelle d'oca. Pensando che la prestazione sul palco in quel di Tokyo sembra (e ripeto SEMBRA, in quanto la produzione sicuramente l’ha penalizzata) di quelle da incorniciare, mi viene male… tutto questo è polverizzato dalla bruttura delle riprese: suono lontano senza pasta e compattezza, batteria piatta e senza corpo, qualche canale che ogni tanto fa le bizze, ed il pubblico che neanche si sente… ma il peggio del peggio è il microfono che frigge su 'Alone Again'… mamma mia. La forza di un live è il poter catturare la vera essenza di una band on stage, la magia e l'elettricità che si respira durante un concerto e non di penalizzarla in maniera disastrosa… Da sconsigliare, ma da ascoltare per rendersi conto che è meglio non fare le cose, piuttosto che farle male. Senza voto per rispetto ai mai troppo lodati Dokken (che peccato non ascoltare su questo platter il loro classico sound cromato!), ma il voto sarebbe stato non superiore a 3. Meglio tornare a far girare sul piatto del giradischi l’oramai consumatissimo (sick!) live del 1989 ‘Beast From The East’…
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