Inutile girarci attorno, i
Symfonia sono probabilmente il power act più atteso dell'anno. Timo Tolkki (Stratovarius) e Andre Matos (Angra) assieme garantiscono il meglio che il genere ha saputo esprimere nella decade 1990/2000, con all'attivo capolavori quali "Dreamspace", "Fourth Dimension", "Episode", "Visions" e "Destiny" da una parte, "Angels Cry" e "Holy Land" dall'altra. Se alla situazione artistica aggiungiamo anche gregari di lusso come Jari Kairulainen (ancora Stratovarius), Mikka Harkin (Sonata Arctica) e Uli Kutsch (Gamma Ray), il grado di aspettativa raggiunge livelli di priorità assoluta. Messo in chiaro questo aspetto certamente non secondario, che dire di questo esordio a titolo "In Paradisum", che fin da logo, colori e copertina sembra volere rubare il proscenio agli Stratovarius "traditori", che hanno usurpato lo scettro al sovrano Timo Tolkki? Già, perchè il mastermind dell'album è il gigante finnico, con i suoi svolazzi neoclassici, le sue melodie catchy e "infantili", le sue tipiche fughe strumentali. Non crediate infatti di trovare influssi mediterranei in stile Angra, qui tutto è molto algido, definito, netto, direi "matematico". Da questo punto di vista, possiamo dire che "In Paradisum" denota una vena compositiva piuttosto standard, con Matos che sputa anche l'anima per far decollare canzoni che non ne vogliono sapere di planare verso l'Empireo dei settore. Un lavoro sicuramente buono, se solamente si trattasse di un gruppo esordiente, soltanto discreto per la fama dei nomi coinvolti. Bello senz'anima ed una mezza occasione sprecata? Probabilmente si.
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