You see us coming
Then run like hell
With sheer volume
We'll shoot to kill
This is Metal Anarchy... Sono ormai quasi vent'anni che i
Warfare non ci fanno sentire niente di nuovo, con il loro nome tirato in ballo solo da qualche raccolta, dato che l'ultimo album di inediti, "Hammer Horror", risale al 1990.
Beh, questa "The New Age for Total Warfare" sarà anche l'ultima compilation della serie, ma resta innegabile che ci permette di fare un altro saldo temporale nei mai troppo rimpianti eighties.
Ai tempi ho sempre guardato ai Warfare come all'ultimo anello di una triade completata da Venom (quelli più metal e dalla propensione
satanica) e dai Tank (più Hard Rock e maggiormente in debito con i Motorhead), mentre dei tre i Warfare sono sempre stati quelli che si sono mostrati maggiormente influenzati dal Thrash e sopratutto dal Punk.
Non è quindi un caso che tutti i gruppi succitati siano stati in un modo o nell'altro coinvolti nella carriera dei Warfare, infatti, l'allora leader dei Tank Algy Ward aveva prodotto l'esordio "Pure Filth" ed in questo stesso disco su "Rose Petals Fall from Her Face" troviamo Mantas (ed in futuro avrebbe nuovamente collaborato con i Warfare), mentre Lemmy aveva prodotto "Metal Anarchy" (qui il guest era Wurzel) e Cronos si era occupato di "Mayhem, Fuckin' Mayhem", duettando anche con Paul Evo sulla cover di "You've Really Got Me". Dopo questi tre lavori i Warfare avevano però iniziato a perdere il passo, prima con "A Conflict of Hatred" ed infine con il fiacco "Hammer Horror", uscita bellamente ignorata da questa compilation, dove latitano però anche le grandi sorprese, dato che dai vari singoli ed EP viene recuperata la sola "Blown to Bits" (da "Two Tribes", 1984) ed a parte la punkeggiante cover di "No Fun" non ci sono altri inediti.
La prima parte del CD presenta ben tre canzoni dall'esordio, per lasciare poi spazio ad estratti da "Metal Anarchy" e "A Conflict of Hatred", con alcuni dei brani più rappresentativi, come "Disgrace", "Metal Anarchy" o "Elite Forces" ma finendo con il trascurare, colpevolmente, il comunque più che discreto "Mayhem, Fuckin' Mayhem" (e, infatti, brani come "Atomic Slut" o "Murder On Melrose" non avrebbero certo sfigurato), mentre nella seconda metà dell'album la parte del leone la fanno diverse live versions e la già citata "No Fun".
I Warfare sono stati - e resteranno per sempre - una formazione di nicchia, ma perchè negar loro una chance, per quanto postuma?
PS: se non vi soddisfano le raccolte e volete incrociare i migliori Warfare, puntate pure sul veloce, ruvido ed
in your face "Metal Anarchy", dove Paul Evo, Gunner e Falken erano, senza dubbio, al top della loro forma.
Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it...
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