Nella recensione dell’Orquesta del Desierto accennavo alla prolificità dello straordinario clan di artisti che gravita intorno al Rancho de la Luna, ed ai molteplici progetti musicali che prendono vita in quella landa desertica.
Uno dei più riusciti, anche a livello commerciale, è questo Mondo Generator messo in piedi dall’incontenibile Nick Oliveri, alter ego pazzoide di Josh Homme nei lanciatissimi QotSA, che molti credevano però avesse esaurito la sua storia con il debutto “Cocaine rodeo”.
Invece Oliveri ha come sempre sorpreso tutti rilanciando la sua iniziativa, che considera “valvola di sfogo” della sua esuberante personalità, con ancora maggiore decisione e consistenza.
Line-up consolidata grazie agli amici Dave Catching e Molly Maguire (Earthlings?) ed all’onnipresente Brant Bjork, songwriting più meditato ed eclettico, questo secondo lavoro appare certamente più solido e focalizzato del precedente, che in sostanza presentava soltanto due lunghe versioni (per quanto entusiasmanti..) dell’ottimo trip-stoner “Simple exploding man” scritto con Homme, contornate da una manciata di brani punkeggianti rapidi e senza fronzoli.
L’indole selvaggia ed anarcoide è rimasta inalterata visto che è parte integrante del dna del bassista, così anche qui troviamo schizzi di furia distruttiva come “Meth I hear you callin” o “F.y. I’m free” risolti con la brevità e l’urgenza violenta del punk old-school, ma compaiono molte altre sfaccettature stilistiche a rivelare la profondità e la completezza musicale di Oliveri, nascoste dietro la maschera di ironica svaccatezza e giocosa follia indossata dal personaggio.
Possiamo quindi gustarci hard rock cotonati e sguaiati in pieno revival ottantiano che vanno dritti allo scopo di scaldare le ossa, secchi ed asciutti senza un filo di grasso inutile (“Like you want”,”Here we come”,”Do the headright”), una parodia di metal cattivo con tanto di vocione satanico (“Girl’s like christ”), qualche bellissima melodia sorniona ed elegantemente fumata alla Masters of Reality, brani da classifica se in giro ci fosse un minimo di gusto per il rock di buona qualità (“So high, so low”,”Four corners”), c’è roba per accontentare tutti i palati, perfino quelli delicati e romantici vista la presenza di due scintillanti ballate acustiche del tipo travaglio interiore, magari poco in sintonia con gli atteggiamenti soliti di Oliveri ma veramente ben riuscite (“All I can do”,”Day I die”).
Come detto, confrontandolo con il precedente lavoro questo “A drug problem..” figura maggiormente vario e completo, anche se forse manca una vera e propria killer-song da sbalordimento. Qualità media comunque elevata, e se non vi siete persi nulla dei vari QotSA, Masters of Reality, Fatso Jetson, Che, e tutte le varie formazioni che intrecciano il loro cammino nella zona di Joshua Tree, non potete farvi scappare neppure i Mondo Generator. Garantito dalla Premiata Ditta Oliveri – Homme.
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