Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:73 min.

Tracklist

  1. A VISION FROM HLIDSKJALF
  2. ON THE SHOULDER OF THE GODS
  3. SWELTERING
  4. IN THE ASHES
  5. THE NIGHT SKY AND THE WILD HUNT
  6. A GAZE AT THE STARS
  7. STREAM KEEPER

Line up

  • Jack Hannert: vocals
  • Adam Nicholson: bass
  • Crow: guitars
  • A. Lundr: vocals, guitars, cello, piano, drums (studio)

Voto medio utenti

Dallo stato del bourbon, il Kentucky, (e più precisamente da Louisville) arrivano questi cinque ragazzotti barbuti, freschi di formazione, contratto e debutto su Flenser. For Winter Fire è il titolo della prima opera dei Seidr, una raccolta di sette brani quasi tutti dalla durata proibitiva, a meno che non si sia già avvezzi al doom, genere ben noto per le sonorità dilatate all’infinito. Se la premessa non vi ha spaventati, potete tranquillamente abbandonarvi all’ascolto dell'opener, ‘A Vision from Hlidskjalf’ che, con le prime blande note a mò di intro, sembra chiamare a raccolta gli adepti che parteciperanno a questo lungo e complesso rituale in musica. I minuti successivi si dipanano maestosamente, puntualizzati da un growl non eccessivamente gutturale, una ritmica tutto sommato sostenuta e delle belle aperture melodiche. A sottolineare il fatto che la band non attinge da un solo genere (pur restando in territori sonori cupi e lenti), il secondo brano squarcia le casse con un incipit a base di feedback assassini e schitarrate in salsa sludge, andando poi a creare un’atmosfera veramente malsana, incentrata su un sapiente alternarsi di voci. 'Sweltering' strizza l’occhio al post-rock, mentre la successiva 'In the Ashes' sorprende non poco, con il cantato pulito e la chitarra acustica, rivelandosi sostanzialmente un gradevolissimo brano folk e atmosferico. Con ‘The Night Sky and the Wild Hun’ e le tracce successive, si torna nei ranghi più canonici del doom, con parentesi che richiamano alla mente i My Dying Bride o i Katatonia. L’ultimo tour de force sonoro dura la bellezza di quattordici minuti e dispari, ma riesce ugualmente ad ammaliare e a trasportare la mente in paesaggi freddi e desolati. In buona sostanza For Winter Fire è un album maturo, senza essere pretenzioso, e pur non spiccando per le sue qualità particolarmente innovative spiana la strada alla generazione di doomsters del nuovo millennio. Teniamoli d’occhio!
Recensione a cura di Stefania Renzetti

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