Devo ammettere che quando mi sono visto recapitare questo "
1912" sulla mia scrivania ho pensato ad un errore, o meglio una ristampa di un vecchio disco con un nuovo titolo, oppure un live, oppure boh... Sta di fatto che davvero non mi sarei aspettato un nuovo disco da parte dei
ReinXeed che a solamente a fine 2010 erano usciti con quel disco spettacolare a nome "
Majestic", uno dei migliori lavori di power metal europeo degli ultimi anni ma che a causa del poco battage pubblicitario alle spalle è passato e passerà inosservato al 95% dell'audience metal che oramai, specialmente nel nostro paese, preferisce sbavare per i grandi nomi del passato, ormai incartapecoriti e ridicoli ma ancora attraenti per chi non sa vivere nel presente.
Presente che tuttavia, nel caso di
Tommy Johansson, vero ed unico leader e deus ex-machina della band, non sappiamo intepretare al meglio dato che di quel "Majestic" è rimasto solamente lui alla chitarra e voce: il resto della band (tra cui due
Royal Jester il cui "
Night Is Young", uscito per la nostrana
Scarlet pochi mesi fa, è qualcosa di spettacolare!) è stato spazzato via e rimpiazzato da personaggi francamente a me sconosciuti, eccezion fatta per il drummer dei
Golden Resurrection, nuova band di
Christian Rivel, ex cantante dei
Narnia e proprietario della
Rivel Records, etichetta per la quale escono i ReinXeed...che bel pasticcio, eh?
Sta di fatto che abbiamo accolto questo stravolgimento in maniera non propriamente positiva, un po' perchè siamo dei vecchi nostalgici che si affezionano, un po' perchè le one-man band di fatto non funzionano un granchè, a meno che uno si chiami
Malmsteen (e nemmeno del tutto!) ed il buon Tommy pur essendo una giovanissima promessa ed una bellissima sorpresa è più vicino ad un
Timo Tolkki che a sua maestà Yngwie: intendiamoci, il nuovo "1912" è un bellissimo disco, ben prodotto, suonato ottimamente, con la particolare voce di Tommy sempre sugli scudi, bellissimi cori, linee vocali accattivanti, mai banali e subito memorizzabili, ma non dimostra la genialità del capitolo precedente.
Forse è uscito un po' troppo presto, forse Tommy ha talmente tante idee in testa che non riesce a star fermo, forse vogliono battere il ferro finchè è caldo, ma ci auguriamo che questa vena non venga esaurita troppo in fretta a causa di eccessiva precipitazione: nascono così dei brani solamente "carini", ma che non sono destinati a durare nel tempo, come ad esempio "
Terror Has Begun", che non è proprio paragonabile alle "vecchie" "
Never Lie", "
Melody of Life" o "
Second Chance", a causa di arrangiamenti troppo scarni sebbene il brano possieda un gran potenziale.
Ottime invece "
The Final Hour", "
Through the Fire", "
The Voyage" e la sparatissima "
Reach for the Sky" ed in globale la seconda parte del disco, più variegata e riuscita rispetto all'inizio, con la conclusiva "
Farewell" veramente degna dei migliori ReinXeed.
In generale un disco un po' più pomposo, oseremmo dire "
Queeniano", più corale, comunque davvero valido e consigliato ma che non regge il passo (ma era difficilissimo) col precedente "Majestic": da non farsi sfuggire se amate il power europeo a-là
Freedom Call/Dragonforce e speriamo che la maturazione completa debba ancora avvenire!