Terzo album nell’arco di circa un decennio per gli
Earthride, doomsters del Maryland e veterani della scena americana. I fondatori del gruppo sono infatti il vocalist Dave Sherman ( ha militato in diverse band, ma soprattutto è stato bassista degli Spirit Caravan ) ed il drummer Eric Little ( Internal Void ), validi ed esperti musicisti.
Lo stile è un doom sul modello St.Vitus, Obsessed, Place of Skull, Wall of Sleep, ecc, cioè massiccio e dinamico, orientato verso ritmiche sostenute anziché su lentezze funeree, ricco di groove e perfino con un pizzico di southern rock. Se a questo aggiungiamo che Sherman canta come Lemmy con la tonsillite, ed i riff di Vansteinburg ricalcano quelli di “Wino” Weinrich, ne esce un disco godibile dal principio alla fine.
Nessuna sorpresa, vero, ma i pezzi sono tosti, ben fatti e con l’andamento giusto per fare scuotere il capoccione.
Non a caso ho citato la “leggenda” Wino ( se non sapete chi è, siete nella recensione sbagliata..), perché è ospite in “Supernatural illusion”, guardacaso la più simile agli Spirit Caravan. Altra formazione omaggiata, quella dei Down. Ascoltando “Zodiac”, dal tono amaro e paludoso, risulta ovvio l’accostamento con il southern doom di Keenan, Anselmo e soci. Da segnalare il trascinante doom-riff di “Hacksaw eyeball” e la pulsante e torva “Destruction song”, anch’essa impregnata di miasmi acquitrinosi, ma è l’intero set di canzoni a rivelarsi di buona qualità.
“Something wicked” è un disco abbastanza fresco ed accattivante, pur rientrando in pieno nei canoni classici del genere. Visti i tempi, già un discreto successo. Positivo ritorno per gli Earthride.
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