Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:32 min.
Etichetta:Witches Brew

Tracklist

  1. EVIL NEVER DIES
  2. WAR IS HELL
  3. ENEMY OF JESUS
  4. DAMNED TO FIRE
  5. EXXXECUTIONER
  6. 666
  7. SUMMON THE BEAST
  8. DEMISE
  9. WAR FAKE
  10. DEAD TO THE WORLD
  11. FALLOUT
  12. ATOMIK DESTRUCTION

Line up

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Già il nome e la cover del presente album di questa misconosciuta band statunitense mi hanno suscitato non poche simpatie prima della ascolto di Evil Never Dies, un furioso concentrato di thrash metal in purissimo old fuckin style. Attivi dal 1999 i Toxic Holocaust sono giunti all'incontro con la tedesca Witches Brew con la formazione ridotta al solo Joel Grind, alle prese con tutti gli strumenti nella registrazione del presente lavoro. Inquadrare il sound di questa "one man" band non è certo impresa facile, e chi ha una certa propensione verso il thrash più sporco, selvaggio e grezzo degli anni Ottanta, con qualche traccia del black dei primi Bathory, non potrà non apprezzare questa proposta fortemente controtendenza dei Toxic Holocaust.
Tributo al sound storico dei primi Sodom e Slayer, Evil Never Dies è un piacevole ascolto per rivivere un passato in cui originalità, perizia tecnica ed acume compositivo erano categoricamente bandite da un ambito musicale il quale non ha mai accettato alcun compromesso con la spietatezza delle proprie band. Il lavoro svolto da Joel si dimostra all'altezza della situazione dietro ogni strumento qui utilizzato, dalla batteria sempre lanciata in veloci e aggressivi up tempo, sia nei riff di chitarra, talmente pacchiani e ignoranti che non si può non rimanere piacevolmente impressionati. Sarà chiaro a questo punto che Evil Never Dies è un disco che fa della rozzezza la sua più rappresentativa bandiera e che non ha nulla a che vedere con quello che può essere chiamato thrash metal dalla metà degli anni Ottanta in poi. Immagino già quanti sorrisi smorzati e ironici si possano dipingere sui volti di coloro che si divertiranno a trovare i mille difetti che fanno dei Toxic Holocaust una band da barzelletta. Non che con questo voglia dire di intendere troppo seriamente brani quali "War Is Hell", "666" o "Atomik Destruction" ma per lo meno di porsi nell'ottica di un disco assolutamente fuori dal proprio tempo, senza che questo comporti una puntuale condanna nei suoi confronti. Ma non è certo questo il tipo di pubblico a cui la Witches Brew mira dando spazio a band come i Toxic Holocaust, i quali non faticheranno a trovare i meritati consensi tra i fedelissimi e più oltranzisti estimatori del vecchio thrash.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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