Inquisitore: Parla, libera la tua anima!Recensore: No... mai!
Inquisitore: Peccatore, pentiti. Dimmi tutto o subirai la collera divina!Recensore: Non cederò: la Fede è con me!!
Inquisitore: Boia! A te...Recensore: Arghh!!... parlerò!
Di fronte a così convincenti argomenti non posso più esimermi dall'analizzare il nuovo album dei White Skull. "The Dark Age" è l'album che apre un nuovo corso per il gruppo veneto, dopo l'abbandono di Federica DeBoni sostituita dall'argentino "Gus" Gabarrò. Non finiscono qui le novità, dato che dopo la breve parentesi con la Breaker l'album esce per l'italiana Frontiers che sembra aprirsi così a sonorità più sostenute rispetto a quanto fa solitamente. Anche i White Skull mi sembrano più cattivi che in passato. Accantonati un po' i coretti facili e "teutonici", il gruppo evidenza una maggior pesantezza nei suoni e nel songwriting con le tastiere che incidono maggiormente sui vari pezzi. Oltre al cambio di cantante credo abbia contribuito il concept che si snoda lungo l'album: la Santa Inquisizione, uno dei tanti momenti oscuri nella storia dell'umanità. Ovvio che nel raccontare di roghi, torture ed ingiustizie, venga spontaneo scrivere brani meno "happy" ed enfatici. Dopo una breve intro (dal nome impronunciabile...) ecco quello che è probabilmente il miglior brano dell'album, la titletrack. La voce potente e "grezza" di Gus si staglia benissimo su uno dei riffs più azzeccati degli ultimi tempi, ben doppiato dalle tastiere. E' sin da subito evidente che la produzione ai New Sin Studio (oramai seconda casa per i White Skull) raggiunge livelli di eccellenza, esaltando il sound potente e pieno del gruppo, ormai affiatatissimo, che riceve nella coppia Maniero/Pozzato una spinta energica non indifferente. Se "Grand Inquisitor" rimane su binari aggressivi, "Maid Of Orleans" parte in maniera più classica per indurirsi ed ammodernarsi a livello del refrain. Efficace e bravo Gus a calarsi nelle diverse atmosfere presenti nel pezzo. Le chitarre di Tony e Nick (che si sfogheranno sullo strumentale "Theme From The Innocence"), trovano invece il modo di mettersi in evidenza sia nel solismo che negli arpeggi di "New Crusade". Giusto gli arpeggi, quelli che troviamo anche sulla ballad "Voice From The Heaven". Non male, ma "Devil's Woman" è meglio, un'ottima prestazione d'assieme del gruppo in un brano davvero speedy, che prende il volo dopo una parte iniziale con tanto di organo e cori. Troppo Rhapsodiani invece i cori presenti sulla interessante "Torture", mentre ho trovato un po' monocorde "A New Handbook". Meglio "Sentence of Death" che in alcuni passaggi suona retrò ma che è
indubbiamente uno dei brani più efficaci dell'album....
Inquisitore: Allora dovrei ascoltarlo?Recensore: Si... butti via quel vecchio tomo e si compri un lettore!
Inquisitore: Boia! Al record store... presto!
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?