Cosmosquad - Live at the Baked Potato

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:78 min.
Etichetta:Marmaduke
Distribuzione:EvilBitch 666

Tracklist

  1. SHEER DRAMA
  2. FAT, MEAN & NASTY
  3. EL PERRO VAILA
  4. I.N.S. CONSPIRACY
  5. ROAD TO TANZANIA / TRIBAL TRANCE
  6. CHINESE EYES
  7. MY GUITAR GENTLY SCREAMS
  8. CREEPY SPIDER PT.2
  9. JAM FOR JASON
  10. IN LOVING MEMORY
  11. JOURNEY THROUGH LIFE
  12. CREEPY SPIDER
  13. FUNK N’ EH!
  14. RED EYE ROMP

Line up

  • Jeff Kollman: guitar
  • Barry Sparks: bass
  • Shane Gaalaas: drums

Voto medio utenti

Cosmosquad è il progetto di Jeff Kollman, grande talento della sei corde già con Edwin Dare e Mogg/Way ma anche importante autore di colonne sonore televisive, giunto ora alla terza realizzazione discografica sceglie di puntare su un live-album. La registrazione è stata effettuata nel piccolo club “The Baked Potato” a North Hollywood, California, e risale al febbraio 2001 con il chitarrista per l’occasione accompagnato da altri due talenti indiscussi quali Barry Sparks e Shane Gaalaas (Malmsteen, M.S.G., Uli Jon Roth, ecc.)
Si tratta di un esibizione interamente strumentale dove la nitidezza dei suoni è pressochè perfetta, mentre la tecnica vista la classe dei musicisti ovviamente sopraffina. Brani lunghi ma non ridondanti, certamente pieni di virtuosismi che non attivano però la trappola dell’autocelebrazione, anzi piace l’atmosfera di palese rilassatezza e desiderio d’improvvisazione libera che l’album trasmette. Sono presenti solidi passaggi hard ma principalmente il trio si esprime in ampie e leggiadre fughe jazz-rock che talvolta ricordano McLaughlin e la Mahavishnu Orchestra, con i musicisti che svolgono anche i temi più intricati all’insegna della fluidità e facilità d’esecuzione.
Detto tutto il bene possibile sul presente lavoro resta l’inevitabile fatto che si tratta di un prodotto mirato alla limitata cerchia degli strumentisti, esperti in grado di apprezzare l’intera gamma di sfumature di un sound elegante, raffinato ed ultratecnico ma tutt’altro che ruspante ed immediato. Per i profani dello spartito è forte il rischio di un calo d’interesse nell’ascolto, vista anche la lunghezza non indifferente del disco.
Buon lavoro, ma di elìte.

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