A poco più di un anno di distanza dal precedente "Sign Of Truth", i power metallers Dionysus, capitanati dal talentuoso singer Olaf Hayer (Luca Turilli, Treasure Seeker, Lord Byron) tornano sulle scene con un nuovo disco che rivela parte delle potenzialità inespresse nel passato capitolo. "Anima Mundi", pur restando saldo sulle coordinate happy power metal che avevano caratterizzato il debutto, mostra una maturazione degna di nota. In brani come la cadenzata "Bringer Of War" o la complessa "What" è palese la volontà di trascendere la semplicistica struttura del genere, aprendo il sound ad influenze mutuate dal progressive metal meno intricato (i primi Elegy in particolare) e da artisti come Malmsteen; l'eccellente performance del singer, sicuramente non un artista di primo pelo, non subisce cali per l'intera durata del lavoro, passando con calibrata abilità da impressionanti virtuosismi a partiture colme di feeling, senza eccedere con la tecnica fine a se stessa. Anche i brani meno originali, la veloce title track e la furiosa opener, ad esempio, rivelano un notevole sforzo compiuto dalla band in sede di songwriting, presentando refrain immediatamente memorizzabili e mai sopra le righe. Una menzione in particolare la merita l'epica "March For Freedom", un vero anthem che, con il suo andare cadenzato e sinfonico farà certamente breccia nei cuori degli amanti del genere. Non siamo in presenza di un capolavoro, questo è certo, ma "Anima Mundi" rimane comunque un buon disco di onesto power metal, consigliato a tutti i fan delle sonorità sopraccitate.
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