“Kuu…” (luna in finlandese) dei russi
Kauan è uno di quei lavori che, a livello strettamente teorico, non dovrebbero apparire in una webzine di musica metal, seppur attenta a 360°, come cerca di fare la nostra.
Nonostante gli esordi della band rientrassero negli interessi di chi abitualmente ci segue e ci consulta, la band gestita dal poliedrico artista russo Anton Belov (master mind , nonché polistrumentista del progetto a cui si affianca Lubov Mushnikova per le parti di violino) ha continuato a cambiare pelle durante questi anni, raffinando continuamente la propria proposta senza seguire strade già percorse.
Belov ha gradatamente ridotto sia le partiture metal sia quelle folk fino a giungere in questo intenso, greve, profondo e malinconico, lavoro sinfonico dove di “distorto ed elettrico” non troviamo nulla.
“Kuu…” infatti si compone di quattro suite di durata importante, dove la fanno da padrone la trimurti piano/violino/batteria.
Quattro canzoni arrangiate e registrate con classe, che cercano, instaurano un rapporto intimo con l’ascoltatore cercando di cooptarlo piuttosto che travolgerlo.
Un lavoro decisamente maturo, non riconducibile in alcun modo all’easy listening e contemporaneamente equidistante dalla cacofonia che ci circonda, e che, di conseguenza, bisogna assaporare lentamente e senza esser interrotti.
Meglio ancora in una piovosa giornata autunnale con un tè caldo come unico compagno.
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