Avevo lasciato gli inglesi
Annotations Of An Autopsy al loro secondo full length "II: The Reign Of Darkness" del 2010, un album che sebbene eccessivamente martoriato da tempi medi e marziali lasciava comunque intravedere una struttura più vicina al death metal più cadenzato che al deathcore che ormai imperversa sul mercato. Con questo nuovo EP
"Dark Days" il gruppo inglese intraprende una decisa virata verso territori deathcore, probabilmente con l'intento di aumentare il proprio bacino d'utenza sfruttando l'onda del momento: il denominatore comune delle cinque tracce di questa uscita sono quindi le chitarre iperribassate, l'insistenza oserei fastidiosa per tempi cadenzati, spezzati, gli immancabili breadown e una certa monotonia di fondo. In venti minuti nemmeno un sussulto, nemmeno una sferzata o un'accelerata a creare un minimo dinamismo. Qui c'è solo l'ostinata volontà di proporre tutti i peggiori clichè deathcore che il mercato propone, fregandosene altamente di personalità e originalità. La "ciliegina" sulla torta è la cover dei
Machine Head, precisamente di "Ten Ton Hammer", stuprata in maniera ignobile dagli Annotations Of An Autopsy: la corsa alle accordature ribassate finisce perfino per rendere irriconoscibile la strofa, mentre il growl di Steve Regan non migliora certo la situazione. Raramente mi è capitato di sentire cover più goffe e maldestre.
Ringrazio il cielo che questo sia solo un EP, arrivare in fondo è stata una fatica immane ma se non altro mi ha insegnato qualcosa: da oggi in poi evitare come la peste questa band. Probabilmente l'emblema della più totale inutilità.
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