Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:50 min.
Etichetta:Rage of Achilles
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. FOREVER
  2. BEYOND
  3. VOW TO THE SUN
  4. DEATH WALKING
  5. DOOM MOOD
  6. RISE FROM HELL
  7. FORBIDDEN ARTS
  8. BARON SAMEDI
  9. FLAMES
  10. TORTILLA FLAT SUITE NO. 18
  11. ...IN ME
  12. SWEET OBLIVION
  13. THE THRONE WILL FALL
  14. MIGHTY ONE

Line up

  • Vesa Lampi: vocals
  • Jussi Mijala: guitars
  • VP Rapo: guitars
  • Teemu Maijala: bass
  • Jarko Seppala: drums

Voto medio utenti

Formatisi addirittura nel lontano 1987, i finlandesi Spiritus Mortis giungono solo ora alla pubblicazione del loro primo full lenght grazie alla britannica Rage Of Achilles Records. Primo album quindi per questa formazione la quale può comunque vantare una più che decennale esperienza in campo doom, grazie alla bellezza di ben 8 demo ufficiali pubblicati dal 1990 fino al 2002. Era quindi decisamente ora, dopo tutti questi lunghi anni di gavetta, per gli Spiritus Mortis di uscire dall'ombra dell'undergorund, dove tra l'altro hanno sempre vantato numerosi consensi, e presentarsi in maniera più che soddisfacente al grande pubblico con l'omonimo qui presente primo lavoro. Il sound del combo finlandese si impone come un classic doom fortemente influenzato da bands quali Candlemass o Trouble ma con una maggior spinta epic ed heavy, in particolare per la voce molto melodica di Vesa Lampi e le linee dal facile piglio disegnate da questa, a tratti addirittura molto vicine al sound epico dei Manowar, nelle iniziali "Forever", "Beyond" e "Vow To The Sun", per non parlare poi della conclusiva ballad "Mighty One", episodio forse un po' troppo pacchiano di voce e pianoforte che fin dal titolo sembra quasi essere un tributo a DeMaio e compagni. Il lato più doom della formazione (e anche quello a mio avviso più riuscito) emerge in brani quali "Rise From Hell" dove il nome di Candlemass o Solitude Aeturnus si fa sentire più marcatamente. Punto di forza degli Spiritus Mortis è indubbiamente il già citato cantato di Lampi, evocativo e a tratti declamatorio, tanto pregevole nelle parti più classiche e melodiche quanto incisivo nei passaggi più evocativi come in una "Forbidden Arts". Poco brillante invece il lavoro delle chitarre in fase solistica, a tratti da dimenticare, mentre si riscattano dignitosamente nel riffing pesante e preciso delle corpose ritmiche che a tratti ricordano le cavalcate e la classe del sound tipicamente NWOBHM. Qualche piccolo passo falso non manca in queste 14 tracce, come la già citata conclusione o una "Baron Samedi" e più in generale là dove gli Spiritus Mortis si allontanano troppo dalle sonorità doom nelle quali invece mostrano una maggior propensione.
In generale comunque questo esordio si classifica come un buon album che potrà interessare sia gli amanti del doom che i fan del metal più epico ed oscuro da parte di una band che lascia comunque aperti notevoli margini di miglioramento.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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