Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:37 min.
Etichetta:Reality Entertainment
Distribuzione:Warner Chappell / Alkemist Fanatix

Tracklist

  1. I WANNA ROCK THIS NIGHT
  2. BURNIN’ TRAIN
  3. KEEP DOING
  4. FEVERNOVA
  5. LADY LAZARUS
  6. LONG WAIT
  7. FOR YOU
  8. MINDREADER
  9. LIFE’S TOO SHORT TO DRINK BAD WINE
  10. ILLUSION AVENUE

Line up

  • Tommy Stone: drums
  • Jordan Le Sabotage: bass, backing vocals
  • Johnny Menzo: guitar, vocals
  • Phil Fever: vocals, guitar

Voto medio utenti

Gran bel disco, questo esordio sulla lunga distanza per i Fever di Terni, una formazione che ha sicuramente sviscerato a fondo le migliori prerogative dell’hard n’ heavy settanta/ottantiano e le ha assimilate in modo da evitare di crogiolarsi nell’ottusa imitazione dei vari Bon Jovi, Whitesnake, Kiss, Tesla, Starz e Van Halen, allo scopo di trovare, attraverso un songwriting piuttosto ispirato e illuminato, una “propria” strada tra i meandri dei sentieri ampiamente battuti da molti altri frequentatori del settore.
Sarò pedante, ma solo una vocazione autentica e una notevole classe possono distinguere chi affronta il genere con disarmante naturalezza e attendibilità dai plagiari superficiali e dai mestieranti “scientificamente” efficaci, ed ecco che è abbastanza agevole identificare nei nostri dei valorosi rappresentanti della prima onorata categoria, in grado di accogliere influssi collaudati e di immergerli in strutture armoniche costantemente intense e coinvolgenti.
Tecnica specifica, sensibilità, equilibrio e una capacità innata nel reperimento della melodia vincente, rappresentano, così, le armi principali del quartetto umbro, praticamente incapace di affidare al programma del suo full-length di debutto un momento veramente infelice o trascurabile, dimostrandosi artefice di un tessuto musicale piuttosto ricco di sfaccettature e di forza espressiva, sia che si tratti di percorrere la via della coreografia sonica anfetaminico / anthemica (“I wanna rock this night”, “Burnin’ train”, gratificata da un suggestivo break , “Life’s too short to drink bad wine”), di favorire cadenze cromate e ariose (“Fevernova”, il gioiellino “Lady Lazarus”, il brillante proto-class metal “Long wait”) o di scegliere soluzioni maggiormente languide (“For you”, “Illusion avenue”, un’affascinante e vivace dissertazione “adulta”) rimanendo sempre ampiamente credibile e polarizzatore di emozioni anche quando le influenze si fanno leggermente più pressanti o i riff diventano più familiari (“Keep doing” sconta un fraseggio AC/DC-iano, ma viene premiato da un’architettura sonora fresca, catchy e trascinante, così come la solita rilettura di consolidati temi NWOBHM attuata in “Mindreader” appare comunque sufficientemente godibile da scongiurare concitate forme di disapprovazione).
Ponendo l’accento, a livelli di singoli, sull’animosa espressività della voce di Phil Fever, un crogiolo di ascendenti timbrici in grado di sfuggire ad immediati e fastidiosi paragoni, concludo la disamina identificando i Fever come una convincente rivelazione, che attende solo la vostra attenzione per conquistare la giusta visibilità.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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