Solo un anno è passato dall'ultimo e ottimo "Baron Citadel" e subito gli inglesi
Pombagira ci danno in pasto un nuovo full-length, il quarto della loro carriera e intitolato
"Iconosclast Dream": nonostante la band ci abbia abituati a pochi brani ma ben lunghi, questa volta la sfida lanciata è ancora più grande, dal momento che il disco si compone di un'unica traccia della durata di tre quarti d'ora in cui i Pombagira fanno confluire tutti gli elementi caratteristici del loro sludge/doom. I riffoni pesanti e riproposti in maniera ipnotica e ripetitiva ci sono, così come la voce vagamente crowbariana di Pete, senza dimenticare i rallentamenti ancor più oscuri e sabbathiani; dopo una prima metà mantrica ma comunque energica, "Iconoclast Dream" si fa più atmosferica quasi a toccare l'ambient e riuscendo a ricreare vibrazioni oscure e tenebrose, prima di tornare uroboricamente al riff portante della prima parte. Ovviamente largo spazio è lasciato alle divagazioni strumentali che alternano toni paludosi ad altri più intimi, fino a tratti più stonerosi e "desertici", dove sono le chitarre a tessere trame sognanti ed estranianti.
Sicuramente un'unica traccia di durata così elevata rischia di essere un mattone indigeribile anche da parte di chi lo sludge/doom lo mastica a colazione, pranzo e cena, tuttavia va dato merito ai Pombagira di aver composto un album decisamente valido e vario quanto basta, senza però accantonare il gusto psichedelico ed estraniante tipico del genere. "Iconoclast Dream" è quindi degno successore di "Baron Citadel" e lo consigliamo vivamente ai fan del gruppo o agli amanti dello sludge/doom in generale.
"Le done, el cul e i siori i fa quel che i vol lori..."
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