Spiacente di iniziare così una recensione ma ho sempre trovato estremamente sopravvalutato questo quintetto statunitense, descritto qualche anno fa a più riprese come new sensation del death metal melodico (insieme ad altri brutti ceffi come i
Sylosis, che però sono parecchio migliori!), ma che invece non ha mai riscontrato da parte mia tutta questa grande stima.
Intendiamoci, i quattro album incisi fino ad oggi si lasciano ascoltare e sono ben suonati e prodotti, ma sono talmente impersonali, poco carismatici e zero riconoscibili che trovo assurdo descrivere i
The Black Dahlia Murder come band di punta di un certo movimento musicale.
Il nuovo "
Ritual" non esce da questo vortice e direi che i The Black Dahlia Murder fanno benissimo in quanto le vendite e l'affetto di una certa schiera di fan portano la ragione dalla loro parte; tuttavia questo non può esimermi dal constatare, ancora una volta, come questi ragazzi manchino assolutamente di riconoscibilità, tritando ed inserendo nel loro calderone una miriade di elementi e riffs propri del brutal, del death, del thrash, dell'hardcore, donandogli talvolta un po' di melodia e presentandoli sotto il loro monicker.
Questo sarebbe un problema limitato se almeno poi l'effettiva resa dei brani fosse formidabile, invece anche la qualità degli stessi non che sia bassa ma nemmeno da segnalare, rimanendo di buona qualità ma non sufficiente per uscire dall'anonimato.
Questo è quanto: in definitiva se avete sempre apprezzato i lavori precedenti fiondatevi anche sul nuovo "
Ritual", se al contrario non conoscete o proprio non vi piacciono i
The Black Dahlia Murder non sarà certo questo album a conquistarvi o farvi cambiare idea.
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