Domine - Emperor Of The Black Runes

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:60 min.
Etichetta:Dragonheart
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. OVERTURE MORTALE
  2. BATTLE GODS (OF THE UNIVERSE)
  3. ARIOCH THE CHAOS STAR
  4. AQUILONIA SUITE PART I: I UNDER THE EVERLASTING SKY - II THE RIDERS OF TULSHA DOOM - III THE CIMMERIAN OATH - IVA PROPHECY IN BLOOD - V THE RIDERS OF THULSA DOOM REPRISE - VI VICTORY IN SIGHT
  5. THE PRINCE IN THE SCARLET ROBE (THE THREE WHO ARE ONE - PART I)
  6. ICARUS ASCENDING
  7. THE SONG OF THE SWORDS
  8. THE SUN OF THE NEW SEASON (AN HOMECOMING SONG): I WARM ARE THE RAYS OF THE NEW SUN - II WHILE I THINK ABOUT AN UNCERTAIN FUTURE - III A BLINDING LIGHT FLOODS THE DARKNESS - IV INSIDE MY SOUL THE ANSWER UNFOLDS - V AND A NEW HOPE BRINGS ME BACK HOME
  9. TRUE BELIEVER
  10. THE FOREST OF LIGHT

Line up

  • Morby: vocals
  • Enrico Paoli: guitars
  • Riccardo Paoli: bass
  • Stefano Bonini: drums
  • Riccardo Iacono: keyboards

Voto medio utenti

Gli appassionati di un certo modo di intendere (suonare, ascoltare, vivere...) il Metal non potranno di certo ignorare il quarto capitolo della saga dei Domine. "Emperor Of The Black Runes" è pervaso da quel feeling epico, eroico che ha da sempre caratterizzato il gruppo toscano. Questo avviene sia quando gli argomenti trattati sono legati alle classiche tematiche Fantasy, sia quando si parla di altro, proprio a ribadire come una certa attitudine sia profondamente radicata nei Domine, ormai perfettamente radicata nel loro DNA. E' altrettanto evidente come a livello discografico ci sia stato un continuo miglioramento, più evidente magari se si paragona il nuovo album al debutto "Champion Eternal", tanto sul piano del songwriting quanto su quello della resa sonora. Ciò che ho notato maggiormente durante gli anni è stato un progressivo e deciso indurimento delle chitarre ed il perfezionamento della simbiosi tra Metal e aperture classiche od orchestrali, una convivenza che nei Domine non è mai scaduta nel banale. Contrariamente a quanto avevo supposto in occasione dello studio report, non tocca a "True Believer" aprire l'album, bensì a "Battle Gods" che irrompe dopo una breve intro strumentale. Meno veloce, ma altrettanto potente è la seguente "Arioch The Chaos Star", dove Morby conferma tutto il suo valore e l'esperienza accumulata negli anni. Comunque una costante per l'intero album. Poi è l'amore per l'immaginario Fantasy prende definitivamente il sopravvento: "Aquilonia Suite Part I" (giusto, lasciamo una porta aperta per un'eventuale Part II) fonde la colonna sonora composta da Basil Poledouris per il film (stupendo!) "Conan il Barbaro" con il Metal. Eccezionale, davvero il miglior pezzo dell'album... almeno sino a quando non inizia "The Prince In The Scarlet Robe" (già, dopo a Howard tocca a Michael Moorcock, un altro caposaldo della letteratura Fantasy). L'inizio arpeggiato lascia prontamente spazio a sonorità più elettriche e ben scandite dal drumming di Stefano Bonini, ma è ancora Morby a prendere il pezzo per mano portandolo sino ad un chorus da brividi, per pathos ed epicità. "Icarus Ascending" mi ricorda gli Iron Maiden, per il tema affrontato, il mito di Icarus, e per le soluzioni musicali e vocali affrontate. Uno sferragliare di lame dà il via a "The Song Of The Swords" cantata, sopratutto nelle prime battute, con piglio dickinsoniano. Una canzone più serrata e cattiva della precedente e che mette in mostra il lavoro alla chitarra di Enrico Paoli. Ancora le chitarre in apertura, ma molto più melodiche, per "The Sun Of The New Season", quando poi il brano sale di tono acquistando pathos ed epicità troviamo a fianco di Morby la cantante dei Beholder, Leanan Sidhe, in un duetto che contribuisce a fare di questa canzone uno dei momenti più sperimentali (ma non fraintendete!!) dell'album. "True Believer" dà a questo punto un'energica scrollata, preparando allo stesso tempo il terreno per la conclusiva "The Forest Of Light", una ballata acustica tra atmosfere celtiche e richiami seventies che vede ancora la presenza di Leanan Sidhe ed una straordinaria interpretazione di Morby, diciamo che è "La Quiete dopo la Tempesta" dell'album.
E' invitabile infine ribadire il valore di "Emperor Of The Black Runes": Elric ha un non so che di minaccioso mentre mi scruta impugnando la spada Stormbringer... e questo mi sembra più che sufficiente!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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