“Mon voyage” non è solo il titolo di questo mini Cd d’esordio di
Lola Sprint & The Cat, ma offre anche la fondamentale chiave di lettura necessaria alla sua
comprensione.
Otto frammenti sonori che rappresentano le tappe del percorso interiore consegnato dai suoi autori a tutti quei
musicofili che non si limitano all’ovvio e al superficiale, otto fotogrammi di un
cortometraggio di grande suggestione, tra algide immagini poetiche, magnetismo elettronico e fascinosi bagliori di cromatismo psichedelico.
Il contesto musicale si può approssimativamente racchiudere entro i limiti della
new-wave e dello sperimentalismo cosmico d’estrazione
kraut-rock, condito da appena un pizzico di
avantgarde pop, il tutto abilmente miscelato in atmosfere al tempo stesso fragili, evocative ed intense dal carattere piuttosto visionario e tuttavia ancor prima di tentare una (s)comoda transcodifica di genere bisogna innanzi tutto sottolineare la presenza di un istinto creativo ad ampio spettro, contemporaneamente
sobrio ed
intellettuale, capace di non incorrere nel rischio d’impulsi eccessivamente autoindulgenti.
Scoprire che dietro allo pseudonimo The Cat c’è Paolo Catena, uno dei pochi per cui l’appellativo di
maestro non è per nulla pletorico, un tempo alfiere del
dark-doom sound italico (e non solo … Death SS, Violet Theatre, Paul Chain, …) e oggi maggiormente interessato a forme ed esplorazioni espressive proteiformi (che coinvolgono pittura astratta, sua antica passione, musica e particolari tecniche di registrazione analogica “a basso impatto energetico” …) e che Lola Sprint (all’anagrafe Lorella Sparacca) è la sua compagna di vita oltre che d’arte (i due, tra l’altro, hanno già collaborato in passato nelle varie manifestazioni discografiche e concertistiche di Paolo), fornisce una sorta di certificazione culturale e qualitativa ad una proposta sicuramente molto affascinante, quantunque, probabilmente, ancora leggermente
incompiuta, in cui il cantato declamatorio e recitato che sfrutta una fonetica francofona riesce ad apparire al tempo stesso seduttivo e pure un po’
naif e dove a volte si ha l’impressione di avere a che fare con un tracciato armonico vagamente
frammentario, quasi come fosse l’abbozzo di una visione artistica con ampi margini di
espansione e di ulteriore elaborazione.
Le chitarre producono flebili e minimali brezze lisergiche (“Le chat savage”) e si stemperano nelle fuggevoli rarefazioni sintetiche ora maggiormente accessibili (“Night butterfly”), ora più cinematografiche (“Flight of fantasy”, “Nocturne sea”) o liriche e crepuscolari (“Mon voyage dans la veritè”, “Le train de rien”), mentre sono le partiture meno fugaci (“Dark moon”, gratificata da pulsazioni
concentriche dotate di notevole forza espressiva e "Sea turtle”, una piccola delizia di tenebrosa inquietudine) ad offrire gli scenari più minuziosi e vividi, in un quadro generale, è bene ribadirlo, assolutamente stimolante.
Il
viaggio è, dunque, iniziato sotto i migliori auspici e merita l’attenzione del pubblico più attento e maturo, incurante dei desideri delle mode e della pianificazione commerciale, per cui bellezza interiore, emotività e ispirazione sono concetti ancora essenziali. Il secondo disco, al momento in lavorazione, sarà fondamentale per valutare il mantenimento di un’importante
promessa.
P.S. Russ Ballard, l’ex Argent celebre soprattutto per la sua attività di songwriter (Rainbow, Roger Daltrey, Peter Criss, E.F. Band, Ace Frehley, America, …),
apparentemente dotato di una sensibilità un po’
lontana da queste lande sonore, ha speso parole d’elogio per il progetto … segno che potrebbe finire per sorprendervi anche se le vostre abitudini d’ascolto sembrano poco
compatibili con l’immaginario artistico di Lola Sprint & The Cat .