I tunisini
Myrath hanno nella loro faretra ben più di una freccia: sono molto bravi tecnicamente, sono prodotti molto bene ed hanno una cultura musicale che, traendo spunto dai suoni e dalle suggestioni della loro terra, contribuisce a definire un genere musicale pressoché unico, che dalla stessa label viene etichettato come “
Oriental Metal”, e che in sostanza si basa su un power/prog di kamelottiana memoria, infarcito di suoni, strumenti e scale armoniche orientali. Il risultato è questo nuovo album, “
Tales of the Sands”, e devo ammettere che è davvero un piacere per le orecchie. Il cantato potente ed orientaleggiante di Zaher si sposa perfettamente con un metal d’impatto, ma che trae il meglio proprio dalla commistione tra riff e strutture ritmiche tipicamente nordamericane ed armonie africane. Uno via l’altro, i pezzi di “Tales…” schiudono scenari caldi e desertici, piccole oasi in un mare di metallo, in un intrigante coacervo di rimandi sonori alla terra d’origine della band. C’è solo di che scegliere, ma brani come l’opener “
Under Siege”, la breve e potentissima “
Merciless Times”, l’arabeggiante ed accattivante “
Tales of the Sands” possono schiudere una finestra su un mondo, dal punto di vista non solo sonoro, spesso conosciuto solo in superficie. Quest’album ha dalla sua il vantaggio di non stancare mai, complice la varietà dei brani qui presenti; ma, inutile negarlo, la più grande attrattiva dei Myrath sono delle linee melodiche (non solo vocali) da Mille e una Notte, che hanno la capacità di stuzzicare l’udito anche di un vecchio metallaro smaliziato come il sottoscritto, a cui una boccata d’aria fresca fa un gran piacere, vista la mole (in ambito power) di bands copia/incolla presenti in circolazione.
Non discuto che possa piacere o meno, ma va dato merito ai Myrath di aver saputo costruire una proposta musicale quantomeno riconoscibile, nuova e commercialmente accattivante. Aggiungete alla ricetta la bravura dei singoli strumentisti ed avrete un album che piace, non stanca e si rifiuta ostinatamente di uscire dal mio lettore. Davvero complimenti.
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