Più o meno un anno fa usciva il debutto discografico di
Issa, bionda singer norvegese, dal titolo
Sign Of Angels. Nella
recensione, scrivevo di come il tutto, nonostante la partecipazione di ospiti e songwriter d’eccezione, suonasse “troppo evanescente per colpire nel segno”.
A così pochi mesi di distanza, la storia si ripete, con qualche se e qualche ma. Innanzitutto, noterete un mezzo punto in più nel voto, frutto sostanzialmente di canzoni leggermente più mature e della perdita di parte delle venature pop che contraddistinguevano il primo album. In secondo luogo, anche la scelta degli special guest è stavolta molto più vicina al mondo AOR che a quello metal, consentendo a Issa di muoversi, molto probabilmente, su territori decisamente più conosciuti. Non mancano però le cadute di stile, come
You’re Making Me o la scontatissima ballad
Too Late For Love, per non parlare del singolo apripista, decisamente creato ad uso e consumo delle radio e accompagnato da un video imbarazzante.
Quello che continua a non convincere, devo essere sincero, è la voce di Issa. Per carità, eh, tecnicamente siamo di fronte a qualcosa di praticamente ineccepibile, ma dopo un paio di ascolti tra timbrica e vezzi vari inizia davvero a diventare irritante. In più, il suo apporto nel songwriting a quanto pare è minimo, dunque si limita a interpretare, nella maggior parte dei casi, ciò che scrivono altri.
Perché quella che potrebbe essere al massimo una buona corista continua a fare per Frontiers dischi prodotti e suonati da dio? Boh.
Perché a qualcuno piacciono dischi come questo? Boh.
Il prodotto meriterebbe 8, Issa a mio parere è da 4. La media fa 6.
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