Tornano i
Mecca dopo ben nove anni e lo fanno con un disco convincente, sornione, che non conquista al primo ascolto ma nasconde davvero tante belle cose in grado di appassionare tutti gli amanti delle sonorità più melodiche, che non disdegnano le strizzate d’occhio al pop e vedono con nostalgia quel magico periodo chiamato “
anni ‘80”.
Dunque, vi parlavo delle melodie, che regnano sovrane in tutto l’album, accompagnate da soluzioni corali sempre curate e di impatto e da suoni delicati. Forte anche l’impronta progressive, che fa capolino di diversi frangenti, così come il frequente richiamo ai
Toto. Colpisce in particolare fin dai primi giri nello stereo il sapiente uso delle tastiere, che pur risultando sempre in primo piano non sono mai troppo invasive e vengono utilizzate con estrema classe e intelligenza. Infine, un plauso particolare va a Joe Vana che, oltre a un’ottima prestazione vocale, riesce a mettere in piedi un disco mai banale, caratterizzato da un songwriting estremamente maturo e sempre ispiratissimo, oltre come sempre ad essere stato in grado di riunire nello studio di registrazione nomi altisonanti del mondo AOR.
Tra gli episodi migliori, sicuramente la trascinante
Closing Time e la particolarissima
I Know, oltre all’aggressiva
W2W, che mostra una faccia diversa dei Mecca, assolutamente da approfondire, visti i risultati.
Disco solo ed esclusivamente per i più estremisti ascoltatori di AOR, soprattutto quello di stampo West Coast.
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