Freya - As the East Light Drains

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:33 min.
Etichetta:Victory
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. VERITAS
  2. NEGATIVE INFINITY
  3. DOWN IN FLAMES
  4. GLASSCATING SMILE
  5. AS THE EAST LIGHT DRAINS (VALKYRIC)
  6. DEAD IN HER EYES
  7. APRIL WITCH
  8. RESUSCITATE
  9. THROWING ROCKS AT A DROWNING MAN
  10. DOOMSDAY DEVICE
  11. TORTURED
  12. SEIZE THE DAY
  13. DAISY CUTTER

Line up

  • Karl Buechner: vocals
  • Darian Lizotte: guitar, vocals
  • Erick Edwards: guitar
  • Bulldog: bass, back vocals
  • Corey Koniz: drums

Voto medio utenti

I Freya nascono dalle ceneri degli Earth Crisis, influente formazione hardcore di Syracuse, NY, scioltasi nel 2001 dopo un decennio di onorata carriera. La presenza di tre membri di quella band nei Freya farebbe lecitamente pensare ad una direzione dai forti legami con la precedente identità, un logico sviluppo delle ultime proposte espresse prima dello split-up. In effetti le venature metal-core compaiono numerose e vibranti, caratterizzando macigni furiosi e massicci come “Down in flames” o “Dead in her eyes”, e ciò indicherebbe volontà di portare avanti la linea tracciata in passato pur se con forma meno caotica e suoni nitidi ed industriali secondo le disposizioni odierne.
Ma nell’album vi sono anche elementi nuovi, infiltrazioni che si agganciano al filone nu-metal. Fanno la loro comparsa gli abituali controcanti puliti e melodici a contrastare il violento screaming/growl di Buechner e perfino qualche accenno di rappatura metallica, così possiamo cogliere un segnale di valore opposto con i Freya intenzionati a svilupparsi in senso più trendista.
Se l’iniziale “Negative infinity” coglie in pieno il giusto bilanciamento tra energia brutale, vocals accessibili e groove a tratti quasi radiofonico formando il singolo ideale, seguita a ruota dall’ottima title-track con il suo piacevole refrein melodico, altrettanto non si può dire di episodi che si limitano a replicare il medesimo schema ma con molta meno ispirazione, finendo per risultare anonimi e parecchio ripetitivi.
Non ho dubbi che i Freya intendano collocarsi nel filone metal più in voga del momento, lasciandosi alle spalle gradualmente il caos hardcore degli Earth Crisis, sensazione confermata dall’assenza in questo debutto di liriche politicizzate e militanti, ma devono ancora lavorare per definire meglio il loro sound. L’album ha un gradiente d’interesse che cala nettamente alla distanza, ad una prima metà positiva e varia corrisponde una seconda parte poco incisiva ed originale. Non resta che attendere il prossimo lavoro per un giudizio completo sulla reale qualità del gruppo, ora soltanto sufficiente.

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