Niente da fare... il vinile ha sempre un suo fascino, almeno per il sottoscritto.
La puntina del mio vecchio giradischi si appoggia così al primo 7" E.P. dei
Beggars, che nei tredici minuti a disposizione, snocciolano il loro Hardcore
sporcato dal Punk e dal Rock.
Il sound (diretto e ruvido) e l'atteggiamento (sfacciato e ribelle) sono quelli che ci può aspettare: Hardcore vecchia maniera ed ormai quasi in via d'estinzione, forse proprio come quel Mammut che campeggia sulla copertina del disco.
Due canzoni per facciata, dirette, essenziali, con i loro testi che sembrano essere introspettivi ed autobiografici o perlomeno trattare argomenti che hanno toccato da vicino questi quattro ragazzi di Chicago:
This song is dedicated to all those that have fathers but still felt like orphans, e questo è un punto a loro favore.
Peccato però che la prova alla voce Matt Switaj non strappi particolari consensi, come riesce invece ai due chitarristi Trevor Holloway e Lindsey Moak.
Da rivedere su un maggior minutaggio e con un pizzico di esperienza in più.
Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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